Gazzetta dello Sport: “Serie A: Borriello-Matri, quando il gol ti fa bello”
“L’uomogol ha la faccia da eroe greco e si fa trovare puntuale e completo: di sinistro, di testa, al volo. Una magia dopo l’altra al Sant’Elia, nella notte di Ferragosto. Marco Borriello: un calcio a chi lo dava quasi in pensione sulle spiagge di Ibiza, tra disco e belle donne. Cliché errato. L’attaccante del Cagliari si presenta con un poker e una prima doc. Quattro gol all’esordio in una gara ufficiale sono un’enormità. I fatti, concreti e mai capovolgibili: il 51 in Coppa Italia con la Spal ha la sua firma. Anche nel gol di Sau («Parlano la stessa lingua, si cercano e si trovano con mezzo sguardo, si integrano come movimenti e caratteristiche fisiche. Vedremo belle cose» la pagella di Rastelli) c’è stato il suo zampino. Eppure, lui, abituato a critiche e applausi, se la cava in scioltezza. «Mi sentivo bene, ero fiducioso. Avete visto i frutti del lavoro fatto questa estate». Nutrizionista, personal trainer, tanta fatica. Con decine di followers che a Ibiza si sono dati appuntamento ogni giorno per corrergli al fianco. Quindi, il Cagliari: «Ho dettò sì in 48 ore: qui si gioca non solo per una città ma per un’intera regione. Mi è piaciuto il progetto del presidente Giulini, la carica dell’allenatore e le parole del direttore Capozucca: mi dà serenità e fiducia. Rispondo a una sua chiamata per la quarta volta. E le cose sono sempre andate per il verso giusto». I tifosi sono serviti. Chi aveva dubbi e bivaccava tra gossip e idiozie un tanto al chilo, è servito. Borriello non cerca scorciatoie. ESORDIO DA SOGNO La vittoria sulla squadra estense – i rossoblù volano al quarto turno, il 30 settembre a Genova con la Samp dell’ex Giampaolo – è un ottimo balsamo: «Siamo partiti col piede giusto. Per me, dopo l’amichevole con l’Amburgo questa è stata la seconda partita in rossoblù: è andata meglio del previsto. Una vittoria netta che ci dà indicazioni positive. Ho trovato un gruppo splendido, motivato, pronto a vendere cara la pelle. Io ci sono». Il guerriero indossa la 22, ha Storari come ambasciatore nelle prime ore a Cagliari (la residenza all’Hotel Regina Margherita nasce su input del portiere), si gode una coca light al Beerbeach, stabilimento balneare di Dessena. Professionista impeccabile pure in allenamento, il Marcolone classe ‘82, riparte dal Poetto e dalla città del sole. Acclamato dallo speaker, cognome scandito per sillaba quattro volte su quattro, pubblico in visibilio, l’ex Atalanta – solo l’ultima squadra in cui ha giocato, in tutto ha vestito 12 maglie – ha bruciato le tappe. E guarda al futuro con saggezza: «Nel primo tempo abbiamo commesso qualche leggerezza, in A ti puniscono appena ne fai mezza. Dobbiamo stare più attenti, giocare vicini, seguire le indicazioni del mister» ha detto riferendosi alle tre palle gol (palo di Antenucci) concesse alla Spal. LA SFIDA Squadra in rodaggio, meccanismi difensivi da oliare, nuovi innesti che affinano l’assemblaggio. Borriello annuisce. E mette nel radar l’esordio in campionato. «A Genova sarà una bolgia, conosco l’ambiente. Avversari e campo difficili. Non mi spaventa, anzi, da Marassi l’anno scorso sono uscito con 6 punti». Si torna sul Cagliari del 51. E su un attacco che pare un orologio hitech: «L’intesa con Marco Sau? Lo seguo e lo conosco bene. Dimostra che può fare alla grande la A e può essere decisivo. Ci siamo trovati bene, anche dopo pochi allenamenti». Infine, Vieri e la sfida sui gol fatti. Marco the bomber, se la ride: «Questa che faccio le vacanze gratis se segno 15 reti o le pago a Bobo se non ci riesco, è un gioco. Ma ci provo». Sul poker, poche storie: «Vorrei fare quattro reti ogni partita, ma non sarà sempre cosi. Il pallone? L’ho regalato ai tifosi. Spero di regalarne altri».
A dispetto delle apparenze e a differenza di tanti colleghi, Alessandro Matri non è un amante dei social network. La sua ultima condivisione, però, è di tre settimane fa e, dopo il passaggio dal Milan al Sassuolo, risulta più significativa: «Posso accettare di fallire, chiunque fallisce in qualcosa. Ma io non posso accettare di non tentare». La frase è di un certo Michael Jordan e dà il titolo a uno dei libri del più forte giocatore di basket di sempre. Alessandro sarà meno famoso, nonostante superi i 500mila follower sia su Instagram che su Twitter, e non lascerà il segno di MJ nella storia dello sport. Ma anche il Mitra Matri non smette mai di provarci. E questa volta lo fa ripartendo dal Sassuolo di Eusebio Di Francesco. MILAN, ADDIO L’attaccante di Graffignana, in provincia di Lodi, ricomincia a 31 anni – 32 questo venerdì – da una piccola località dell’Emilia, chiudendo un capitolo milanista iniziato venti anni fa. Nel mezzo, un giro d’Italia all’insegna dei gol: da Prato a Rimini, passando per Lumezzane, sino alla consacrazione con il Cagliari e il passaggio alla Juve. Tutte tappe che non gli avranno creato problemi, dato che la sua prima passione è stata il ciclismo. Poi una brutta caduta e via col calcio. Come a dire: saper leggere i segni è decisivo. Nel 2013, poi, Matri è tornato a casa, passando dai bianconeri al Milan, ma non è mai riuscito a lasciare il segno. Un solo gol rossonero in A, segnato al Tardini in una sconfitta per 32 col Parma. Dopo una girandola di prestiti Fiorentina, Genoa, Juve, Lazio questa volta Alessandro dice definitivamente addio al Milan, la società dove è cresciuto calcisticamente dall’età di undici anni. La punta ha interrotto consensualmente il contratto un anno prima del termine, per poi firmare col Sassuolo un biennale, con opzione sul terzo anno, durante il quale guadagnerà, spalmati su due stagioni, gli stessi 2,5 milioni che avrebbe incassato nell’ultimo anno di contratto coi rossoneri. Tutti contenti, insomma. Specie Alessandro, che può ripartire e può farlo in Italia. QUESTIONE DI CUORE Matri ha atteso l’occasione giusta per lasciare il Milan. E l’occasione giusta era un club di A che, come quello di Giorgio Squinzi, si trovasse nell’Italia del Nord, vicino alla famiglia e alla sua Federica, che tra meno di un mese darà alla luce la primogenita della coppia. Per l’attaccante c’erano offerte dall’estero e addirittura una suggestione canadese, sponda Montreal Impact, ma restare in patria e vicino all’ormai storica compagna era una priorità. I due sono fidanzati dal 2009 e proprio la nascitura può essere lo stimolo per sposarsi, coronando una storia lunga e solida. Un evento che farà certamente notizia, se si pensa che le foto postate su Instagram col pancione dalla Nargi lei sì un vero fenomeno dei social ballano tra gli 80mila e i 100mila like. Più della capienza di San Siro. ULTIMO CAPITOLO? A due giorni dai 32 anni e dopo una vita da girovago, l’esperienza delle prossime due forse tre stagioni in neroverde potrebbe essere l’ultima per il Mitra Matri. O magari l’ultima nel campionato italiano. Paradossalmente, però, passare dal Milan al Sassuolo può regalargli maggiori chance di rivalsa. Un Europa League tutta da costruire, un sesto posto da confermare e un ruolo di guida verso i vari Berardi, Defrel, Politano, Trotta e Falcinelli anche se gli ultimi due potrebbero salutare. Il Sassuolo, da Floccari a Floro Flores, ha sempre scelto almeno una punta d’esperienza per tracciare la strada da seguire in attacco. Una strada che porta al gol e sulla quale Matri è l’uomo giusto per fare da Cicerone”. Questo quanto si legge su “La Gazzetta dello Sport”.