Gazzetta dello Sport: “Sassuolo, cammino da record. Grosso: «Guai rilassarsi, tutti gli avversari saranno più forti»”

In un’intervista rilasciata a “La Gazzetta dello Sport”, Fabio Grosso, allenatore del Sassuolo, discute il sorprendente avvio di stagione del suo team, che attualmente guida la classifica. Grosso esprime cautela nonostante le recenti vittorie, sottolineando l’importanza di mantenere umiltà e ferocia agonistica. Ammette di non essere sorpreso dalle prestazioni della squadra, ma rimane concentrato sui miglioramenti continui e sull’importanza di non abbassare la guardia. Infine, parla delle sfide future, delle aspettative più elevate rispetto al passato e della sua crescita personale come allenatore.

Riparte il campionato e in cima alla classifica c’è Fabio Grosso. Un film già visto: a gennaio 2023 era in fuga con il Frosinone, oggi con il Sassuolo. Una squadra che dopo 7 vittorie di fila ha preso il volo, ma che tra Natale e Capodanno (sconfitta a Pisa, vittoria sofferta con il Cosenza) è parsa stanca.

Servirà un po’ di vacanza? «Recuperare le energie è sempre importante, bisogna pedalare subito. Spero che le ultime due gare ci abbiano fatto alzare le antenne. Io le ho belle dritte per ritrovare umiltà e ferocia agonistica».

Si aspettava di mettere insieme questi numeri? «Assolutamente no. Da come era cominciata, confermando tutti, è stato fatto un percorso importantissimo e ora dobbiamo renderlo straordinario, preparati davanti a tutto».

Rispetto al Benevento dei record (2019-20) avete un punto in meno e 8 gol in più. «Passa in secondo piano. Non inseguiamo i record, semmai quelli saranno una conseguenza».

Ma servirà un Sassuolo da record per tornare in Serie A? «Tutte le squadre saranno più forti rispetto all’andata, quello che abbiamo fatto è servito per arrivare in vetta e a prendere i complimenti, non faremo l’errore di abbassare la guardia».

Se si volta, guarda più al Pisa a -3 o allo Spezia a -8? «In B si guarda sempre al terzo posto, il riferimento è quello”. “Confermo. Ci piace vincere ed essere protagonisti, ma dobbiamo fare ancora tanto».

Il 24 gennaio c’è Spezia-Sassuolo: non avete ancora vinto uno scontro diretto, fare tre punti quel giorno sarà la svolta definitiva? «È troppo avanti, guardo a domenica».

Già, la Salernitana, altra retrocessa che però ha avuto un impatto diverso con la B. E avrà Breda in panchina, Cerri e forse Raimondo in attacco. «L’ho detto, troveremo tutte squadre più forti».

La vostra ripartenza dopo la retrocessione è stata velocissima, oggi a che punto è la crescita? «Dopo 5 partite di rodaggio (8 punti, ndr) abbiamo iniziato a pedalare. Adesso siamo al 70%».

Il potenziale della rosa è indiscutibile. «Le motivazioni fanno la differenza. E la fatica restituisce sempre qualcosa. Ho martellato subito la squadra su come affrontare allenamenti e partite, qualcuno era abbattuto, ma era una sfida che mi piaceva e abbiamo creato la nostra identità».

Quanto è servito il recupero di Berardi? «È diverso dagli altri, ha un carisma innato. È sempre determinante, l’abbiamo ritrovato distante dal 100%, l’intelligenza l’ha fatto crescere».

In rosa ha giocatori utilizzati poco: su chi conta, in particolare, per questa fase finale? «Col Cosenza è stato decisivo Luca Lipani, un ragazzo del 2005. Da lui a Mimmo il messaggio è chiaro: tutti possono essere utili. Ora c’è il mercato: chi vuole stare qui sa che potrà aiutarci».

Ha chiesto qualcosa alla società per gennaio? «Non l’ho mai fatto e non lo faccio ora. Arriverà qualcuno solo se saremo certi di far salire il tasso tecnico, se no stiamo benissimo così».

Però pare che sia in arrivo un attaccante… «Abbiamo tre prime punte più Pierini. Se non sarà un’opportunità adeguata, andrei avanti così. Abbiamo cambiato spesso, ma preferisco sempre giocare con un centravanti vero».

Due anni fa il Frosinone a gennaio le prese Bidaoui, Baez e Gelli. Ed era già in fuga… «Questo Sassuolo è un po’ più giovane e ha aspettative più alte, è diverso».

Già, sono cambiate tante cose. E lei?  «Mi metto sempre in discussione, le esperienze arricchiscono. Ma il motore resta la passione».

Da calciatore era salito dall’Eccellenza al tetto del mondo. Questo Sassuolo dove la lancia? «Mi sento più bravo da allenatore che da giocatore, mantengo sempre alte curiosità e ambizione».

Nella sua bio su Instagram ha scritto “Amo lo sport e la semplicità”. Si sente soddisfatto? «È complesso, non vuol dire che amo le cose facili. Mi metto in gioco per capire i miei limiti».

In estate disse che le piacciono le sfide difficili. «Certo: questa lo è stata, lo è e lo sarà».

Chissà allora come sarà in Serie A… «Sono ambizioso, ma inseguiamo la Serie A senza la smania di dover dimostrare qualcosa».