“Testa bassa e lavorare: è l’invito recapitato ai compagni di squadra da Pepe Reina. Un messaggio nemmeno tanto spontaneo dettato, probabilmente, dal risentimento per quanto accaduto a Madrid, nel mercoledì di Champions League. Le esternazioni di Aurelio De Laurentiis hanno scosso l’ambientesquadra, ma non l’hanno innervosito. Anzi, il successo di Verona ha dimostrato tutt’altro, che il collettivo ha saputo ritrovarsi ed è lanciato verso la conferma della zona Champions. Ma nulla s’è potuto sapere sugli stati d’animo, il silenzio stampa imposto dal presidente ha chiuso la bocca a tutti. Un provvedimento che gli è servito per evitare eventuali risposte, piccate, alle sue accuse lanciate nel ventre del Bernabeu, dopo la sconfitta contro il Real Madrid. Un atteggiamento che non è piaciuto né all’allenatore né ai giocatori, i quali hanno twittato le loro sensazioni dopo la vittoria di domenica pomeriggio, infischiandosene del silenzio imposto loro dal settore della comunicazione. RETROSCENA Nelle ultime ore, in ogni modo, sono emersi nuovi particolari che raccontano di un De Laurentiis furioso dopo il pareggio interno col Palermo, di urla e insulti nei confronti di Maurizio Sarri, reo di aver sbagliato la formazione. Un delirio, che avrebbe spinto l’allenatore a minacciare le dimissioni: «Me ne vado», avrebbe detto. E lo stesso avrebbe fatto Cristiano Giuntoli, se la questione non fosse rientrata. Al direttore sportivo, fin qui, non è mai stato consentito di esprimere, pubblicamente, un parere e, per giunta, mai presentato ufficialmente. POLVERIERA Un pessimo precedente, che potrebbe spingere Maurizio Sarri a chiudere la sua esperienza napoletana, a fine stagione. Vero è che l’allenatore è legato al club fino al 2020, ma è pur vero che se non c’è sintonia può accettare le richieste che gli potrebbero arrivare da altre società (Fiorentina) e trovare un accordo per rescindere il contratto. PENALE E CLAUSOLE Ipotesi, tuttavia, abbastanza improbabile, perché a De Laurentiis piace vincere facile, avendo la forza di un contratto in essere e di una penale rilevante che si aggirerebbe intorno ai 2 milioni di euro. Non solo. Perché nelle pieghe dei complicati accordi che il presidente impone come marchio di fabbrica, ci sarebbe anche una clausola rescissoria nel caso andasse in un altro club. Dettagli che solo le parti in causa e i relativi legali conoscono a fondo. Rimane, in ogni modo, il malcontento. Quegli atteggiamenti da padrone hanno infastidito, e non poco, allenatore, giocatori e tutti quelli dello staff che lavorano intorno alla squadra. La spaccatura tra il settore tecnico e De Laurentiis è abbastanza evidente. E se la prima reazione, d’orgoglio, è andata bene, nel momento decisivo della stagione occorrerebbe ben altra unità. Il Napoli affronterà in campionato Atalanta e Roma, con in mezzo la semifinale di andata di Coppa Italia a casa Juve, per finire il ciclo tremendo il 7 marzo, con la sfida di ritorno col Real. Ecco, il presidente tornerà da Los Angeles in tempo proprio per la Champions.”. Questo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport”.