L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla Sampdoria e il rischio penalizzazione.
Il deferimento della Sampdoria è arrivato in un momento decisamente delicato per la Serie B, che ancora non conosce le 20 squadre del prossimo campionato dopo i pareri Covisoc del 30 giugno scorso e le decisioni del Consiglio federale attese per domani, in attesa dei vari ricorsi. Il caso Samp comunque è differente e non riguarda l’iscrizione. Ma non passerà via indolore, perché 2 punti di penalizzazione arriveranno di sicuro. E non è una cattiva notizia per il club, visto che sarebbero potuti essere di più. Proviamo a spiegare.
La notizia cattiva La penalizzazione arriverà perché la Samp non ha pagato, alla scadenza del 30 maggio, una quota parte di ritenute Irpef (995.727 euro) e una di contributi Inps (1.669.415 euro) relative al primo trimestre 2023. Il pagamento è avvenuto una settimana dopo, e se non fosse stato fatto la Covisoc non avrebbe sicuramente avallato la domanda di iscrizione, che andava presentata entro il 20 giugno. Infatti la Samp non risulta tra le squadre bocciate (come Lecco e Reggina). Aver saltato quella scadenza porterà comunque al -2: la società potrebbe chiedere il patteggiamento, come hanno già fatto i due dirigenti Gianni Panconi e Alberto Bosco (e la Procura Figc ha dato il suo consenso). Da fissare la data dell’eventuale procedimento, che ci sarà soltanto se il club preferirà non patteggiare.
La notizia buona Non ci sarà invece la temuta penalizzazione per un ritardo nel pagamento degli stipendi. Detto che la Serie A ha scadenze trimestrali (e non bimestrali come la B e la C), la Sampdoria li ha saldati in ritardo (comunque sempre entro il 20 giugno) perché la distribuzione dei proventi della Lega A è slittata di qualche giorno e quindi non è dipeso dalla sua volontà. Almeno questa è stata la teoria della società, che la Procura Figc sembra abbia compreso e quindi avrebbe scongiurato questo secondo deferimento, che avrebbe portato a un’altra penalizzazione di 2 punti.