“Ci teneva, perché questa era la partita del suo debutto al Barbera. Roberto De Zerbi era squalificato nella sua prima ufficiale sulla panchina del Palermo: ha vissuto la gara contro il Napoli dalla tribuna e non è andata bene, ieri sera ha sperato fino all’ultimo in un epilogo migliore. La sua squadra ha sofferto e lottato, nel secondo tempo è anche riuscita a chiudere la Juventus nella sua metà campo, ma non ha trovato il gol. È stata punita da un colpo di tacco di Goldaniga che è finito nella sua porta, così il Palermo resta l’unica squadra di Serie A a non aver ancora mai fatto punti né segnato in casa propria. Al tecnico rosanero restano però i complimenti bianconeri e anche la consapevolezza di aver messo in difficoltà la Signora, cosa che non capita a molti. La mossa del doppio trequartista (Chochev più Diamanti) è stata vincente e ha messo in difficoltà in centrocampo della Juve. MERITAVAMO UN PUNTO «Nel primo tempo siamo stati un po’ troppo timidi – ha spiegato De Zerbi –, è giusto essere umili ma bisogna anche osare. Dopo il gol ci siamo demoralizzati e anche slegati. Però sono contento: noi abbiamo fatto bene, devo fare i complimenti a tutti i miei giocatori, mi stanno dando grande disponibilità. Lo considero un segno di rispetto, il mio obiettivo è fare in modo che vengano sfruttate al meglio le loro potenzialità. Sto lavorando con il mio staff per far assorbire alla squadra la mia metodologia. Non dimentichiamo che avevano di fronte la Juve… Il Siviglia nella gara di Champions è entrato nell’area della Juve solo tredici volte. Noi stasera abbiamo avuto l’umiltà di capire chi avevamo di fronte. Quando la Juve gioca fa paura. Noi siamo inferiori, ma il coraggio passa da avere umiltà. Se no si rischia troppo e si sbaglia subito». De Zerbi ha scelto Balogh invece di Nestorovski, motivando così il cambio di centravanti: «La Juve in area di rigore concede poco, Nestorovski ora è un giocatore da area, Balogh è un talento puro ma va accompagnato, ha colpi e giocate e io volevo sfruttare le sue qualità: gli ho chiesto di andare all’uno contro uno coi centrali bianconeri. Ci manca ancora tanto per essere completi, il rimpianto è che dopo partite giocate così è giusto portare a casa un risultato, un punto ce lo saremmo meritato. Invece non è successo». PARAGONE CON CONTE Il tecnico però non chiama in causa la sfortuna: «È vero, hanno segnato su un episodio, ma se non fosse arrivato l’autogol magari avrebbero vinto 20. Abbiamo preso un gol brutto, però la prestazione e l’atteggiamento sono stati straordinari e anche il gioco mi è piaciuto: ho visto coraggio, voglia e divertimento, che poi sono le cose che chiedo io ai ragazzi in allenamento». De Zerbi è un allievo di Zeman, è uno che cerca il gioco e il bel calcio. Però per come si agita in panchina un po’ ricorda Conte: si sbraccia dal primo all’ultimo minuto. «Diciamo che in campo mi faccio sentire – commenta con il sorriso –, il paragone mi fa molto piacere»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.