L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla Reggina che resta in ansia in vista del futuro che si deciderà in Tribunale.
Presso il Tribunale di Reggio Calabria – sezione fallimentare – venerdì scorso si è svolta l’udienza relativa alla richiesta di omologa del piano di ristrutturazione del debito presentato dalla Reggina. Oltre ai legali della società amaranto, all’attività giurisdizionale è stata ammesso in aula, con un proprio legale, anche il Brescia Calcio, dietro esposto presentato dal massimo dirigente del club lombardo contro la Reggina. Al termine del dibattimento i giudici si sono spostati in camera di consiglio per decidere sull’esito e se concedere o meno l’omologa del piano del debito da ripianare e in quanti mesi.
Da quanto filtra dagli ambienti del Cedir nel dibattimento non tutto è filato liscio e come sembra l’omologa arriverà ma non a cifre “leggere” e per tale motivo bisognerà superare lo step più importante, che rimane quello dell’iscrizione al prossimo campionato di serie B, con scadenza il prossimo 20 giugno. Una volta giunta la documentazione sulle scrivanie della Covisoc, con relative ricevute dei pagamenti effettuati e delle fideiussioni poste a garanzia del regolare cammino della prossima stagione, l’organo di controllo valuterà le “condizioni” di salute economiche delle 20 squadre cadette e il 30 giugno annuncerà chi ha diritto a partecipare.
Rischio L’eliminazione dolorosa al primo turno dei playoff con il Sudtirol è forse il male minore rispetto alle conseguenze che potrebbero arrivare nel caso in cui il debito da saldare fosse più esoso di quanto preventivato dalla proprietà che fa capo a Felice Saladini. In città l’attesa è spasmodica. In ansia per il verdetto, che dovrebbe arrivare in giornata, non ci sono solo i tifosi ma anche chi non frequenta il Granillo. Il futuro sportivo della Reggina, dalla scelta dei nuovi uomini del mercato per la ricostruzione della squadra e lo sviluppo del nuovo progetto fino alla panchina, è legato alla severità della sentenza che sarà inferta e ai verdetti che ne conseguiranno sotto l’aspetto economico e al conto che bisognerà pagare per schivare un altro fallimento a distanza di 8 anni da quello dell’era Foti, quando la Reggina dovette partire dalla serie D con una nuova dirigenza.