Gazzetta dello Sport: “Quarantenni al potere, Corini, Stellone e tutti gli altri: una generazione comanda la B”

“Benjamin Franklin è stato un tipo che non sarebbe piaciuto agli allenatori di calcio. Tra le tante cose, ha inventato il parafulmine, metafora usata per indicare i tecnici come i raccoglitori di improperi e negatività di presidenti eterni insoddisfatti e di tifosi permalosi e impazienti. Bene, Franklin però lasciò una frase che
piacerebbe ai giovani allenatori della Serie B attuale: «A venti anni di età regna la volontà; a trent’anni l’arguzia; a quaranta il giudizio».Si direbbe che sono proprio giudiziosi questi allenatori quarantenni della B, convinti occupanti legali dei posti più assolati del campionato.Delle prime 8 squadre in classifica, 6 sono guidate da tecnici con un’età compresa (a oggi) tra i 41 e i 48 anni. Aria fresca. Solo Pescara (Pillon,63 anni) e Spezia (Marino (56) portano alto il gonfalone della saggezza. Curioso come delle restanti 11 squadre ,9 siano invece nelle mani di coloro che hanno curricula più lunghi data la carta d’identità più stropicciata. Soltanto Foggia e Livorno (Padalino 46 e Breda 49) esibiscono allenatori Under 50.

A capo di questa comitiva sta Eugenio Corini.  Ha sfondato ogni pregiudizio nel giro di pochissime settimane, godendo dei servigi di Donnarumma che a sua volta lo ringrazia per avergli costruito alle spalle un’impalcatura solida e intelligente. I primi 4 posti della B sono poi completati da altri quarantenni arrembanti. A Palermo c’è Roberto Stellone. In campo segnava, in panchina è diventato un gestore di tattica, uomini ed emozioni. Nel capoluogo siciliano è difficile tenere lontani gli affari societari da diagonali, marcature preventive e raddoppi. Eppure lui ci sta riuscendo, dopo un avvio del 2019 da mal di testa.
LE MODIFICHE DI BUCCHI Un altro ex attaccante soffia sulle vele della sua squadra. Si tratta di Bucchi a Benevento. Il gruppo ha qualità per puntare alla A, eppure qualche pausa se l’è presa. Il cambio, quello che ha reso più strutturato il Benevento, è arrivato con il passaggio dal 4-­3-­3 al 3-5-­2. In questa versione Bucchi ha perso solo una volta su 11 uscite. Al Lecce di Liverani piace imporre il gioco. Il 4­-3­-1-­2 è cementato. E con Mancosu che può fare il trequartista e la mezzala, Liverani può aggiungere qualità a tutto il sistema. Cambiano gli interpreti, però il 4­-3­-3 di Fabio Grosso a Verona potrebbe assumere i contorni di una strada precisa. A La Spezia ha usato il 4-­5-­1, ma sugli esterni c’erano Lee e Di Carmine, non due militanti della «Terzini&associati». E Alessandro Nesta? I metodi di allenamento ammaliano, ha carisma, concetti tattici, uno staff di qualità e quantità. Il suo Perugia a volte sbanda, ma è da playoff”. Questo quanto scrive l’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” parlando degli allenatori di serie B.