Gazzetta dello Sport: “Psg-City, pari e troppi errori. Adesso per Ibra strada in salita”
“Benvenuti al derby miliardario degli errori. Tutto quanto fa spettacolo, anche quelli. Se i fenomeni sono riluttanti alle grandi giocate, almeno infiliamoci un po’ di stupidaggini da calcio amatoriale per costruire i gol. Quelli, non devono mancare mai. Certo che quel miliardo e mezzo di euro spesi dall’emiro del Psg (500) e dallo sceicco del Manchester (1000) forse pretendeva altro tipo di spettacolo. Il Paris Saint Germain almeno ha provato a crearlo, in un senso e purtroppo per l’emiro anche nell’altro. Il Manchester City invece è apparso, come spesso gli succede in Champions, gonfio nel portafoglio e vuoto nell’anima. Ma in fondo è stato fortunato. Torna in Inghilterra con un pareggio condito da due reti che fa più che sperare nell’accesso alle semifinali. Mica male per una debuttante assoluta ai quarti di Champions. Al Psg invece i quarti restano, per ora, del tutto indigesti. Nelle ultime tre edizioni della coppa con le orecchie si è fermato lì. A Manchester deve vincere per sconfiggere il tabù senza David Luiz e Matuidi, che saranno squalificati, e probabilmente ancora senza Verratti. La questione si fa dura. LA CHIAVE Il Psg ha comandato sempre il gioco, con un succoso 69 per cento di possesso palla nel primo tempo, e 65 nel secondo. Ha tenuto il pallino sempre in mano, ma non ha mai dato l’impressione di aver la partita in totale controllo. Appena il pallino gli sfuggiva, quei satanassi di Aguero, Silva e soprattutto De Bruyne qualche brividino nelle ripartenze lo creavano. Ma, come detto, più che i colpi dei campioni sono stati gli errori a decidere l’esito della gara. Ed è stato l’uomo più atteso, Ibrahimovic, a cominciare la sagra. Ha sbagliato il rigore concesso dall’arbitro serbo Mazic per lo sgambetto di Sagna a David Luiz (ma bravo anche Hart), e poi ha sprecato la deliziosa palla di Motta che l’ha messo tutto solo in porta tirando alto. A tramonto del primo round la dura legge del calcio (gol sbagliati, gol subiti) ha colpito. Un passaggio fatto con sufficienza da Matuidi in mezzo ha consentito al City di ripartire in contropiede con la difesa sbilanciata e colpire con l’implacabile De Bruyne. Fernando (l’uomo che aveva «intercettato» Matuidi) deve avere il cuore tenero perché poi ha regalato il «gollonzo» del riscatto a Ibra (sempre a segno nelle ultime 5 sfide Champions): passaggio stoppato e palla direttamente in rete con Hart sbigottito per l’errore fuori dai pali. Nel secondo round il Psg ha continuato a menare la danza, ancora più convinto, con un gioco avvolgente diretto da un magistrale Thiago Motta. Gioco che subiva un’accelerata quando la palla arrivava a Cavani o Di Maria, bravi, generosi ma imprecisi. Ma anche il gol del meritato vantaggio di Rabiot su angolo di Di Maria è un errore, stavolta dell’arbitro, che doveva annullarlo per fuorigioco attivo di Ibra. Il pari inglese, ça va sans dire, è arrivato per l’ennesima stupidaggine. Sul cross di Sagna, svenimento di Aurier (punizione finita per la frasi su Periscope, non giocava dal 10 febbraio) e goffo tentativo di rimediare di Thiago Silva: Fernandinho ne ha approfittato. Mancava ancora una ventina di minuti, ma il Psg, demoralizzato, non ha più trovato la forza di reagire. Il mini City ringrazia ma, visto l’andazzo, a Manchester può ancora succedere di tutto”. A scriverlo è l’odierna edizione de “La Gazzetta dello Sport”.