L’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” parla di una proposta di legge contro il razzismo. «L’ingiuria per odio razziale» va reintrodotta nel Codice Penale. Intanto durante le manifestazioni sportive. È il cuore della proposta di legge depositata ieri alla Camera, primo firmatario Marco Marin, deputato di Forza Italia e plurimedagliato olimpico della sciabola. «Chiunque – dice il testo – in occasione di una manifestazione sportiva, offende l’onore o il decoro di una persona partecipante alla competizione con espressioni di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni». Si noti anche quel «nazionale», che sta per «territoriale», l’espressione usata dalle norme sportive – scrive il quotidiano- . Le circostanze che finirebbero sotto accusa sono proprio quelle che hanno costellato l’inizio di stagione con i beceri ululati a Lukaku, Dalbert e Balotelli. Oltre alla reclusione, c’è anche una pena accessoria: il daspo per un minimo di sette e un massimo di dieci anni. Aggravante sportiva «Sono partito dalla mia carriera sportiva, dall’aver vissuto l’esatto contrario del razzismo–spiega Marin–Ma anche dal fatto che non sia giusto criminalizzare una città per il comportamento di due o tre idioti». Non sono di più? «Comunque pochissimi. Il calcio è un’altra cosa ed è pieno di valori positivi». Da qui, la richiesta di reintrodurre il reato di «ingiuria»,che era stato depenalizzato nel 2016 e che può essere punito soltanto in sede civile. Poi c’è l’aggravante sportiva. «In campo certi atteggiamenti sono persino più odiosi», aggiunge Marin. «È un segnale che deve essere dato anche per rispettare la passione che circonda le tante partite che si giocano ogni settimana», spiega Cosimo Sibilia, presidente della Lega Nazionale Dilettanti e anche lui firmatario della proposta .«Il calcio ha una popolarità tale che spinge all’emulazione, per questo è necessario intervenire», aggiunge l’altro firmatario Paolo Barelli, presidente della Federnuoto. Anche l’ex sottosegretario Giancarlo Giorgetti, che aveva avuto la delega dello sport con il precedente governo, ha firmato. «Dispiace ricorrere a una modifica del codice penale, ma è evidente che l’etica sportiva da sola non ce la fa». Ovviamente ci dovrà essere un supporto tecnologico per isolare la responsabilità personale. «Alcuni stadi –risponde Giorgetti– hanno già gli strumenti necessari per poter arrivare ai responsabili. E in Inghilterra i colpevoli vengono immediatamente individuati e perseguiti». Obiettivo che si sta ponendo la Federcalcio con lo studio del «radar sonoro», e che sarà uno degli argomenti del tavolo con la ministro dell’interno Luciana Lamorgese, e dello sport Vincenzo Spadafora. Colpe individuali «È la risposta più giusta», dice Riccardo Molinari, il capogruppo della Lega a Montecitorio.Ma Salvini non aveva contestato la troppa enfasi con cui si giudicava il fenomeno del razzismo da stadio? «Abbiamo fatto sempre un discorso diverso, proprio l’esigenza di non criminalizzare una curva e una città ci porta a sanzionare duramente quegli idioti che si rendono protagonisti di quei gesti. La responsabilità è sempre individuale». «Combattere il razzismo partendo dallo sport è una strada giusta -è il parere di Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia- E facciamo appello a tutti i gruppi politici perché firmino con noi questa proposta di legge».Da oggi, le prime risposte – conclude il quotidiano -.