“La trasmissione di calcio internazionale varata da Sky Sport 1 domenica scorsa (ore 19) «Di Canio Premier Show», è stata già sospesa. Non perché si sia rivelata un flop, anzi gli ascolti, definiti buoni, sono in linea con le attese. E’ uscita dalla programmazione (salvo ripensamenti) a causa di un promo su Facebook, una videochat da cui è stato tratto un frame, cioè una foto, che ha indignato parte del popolo social, costringendo i vertici della pay tv a scusarsi e ad adottare l’antipatico e anti economico provvedimento. DUX In questo «promo» il conduttore del programma in questione, cioè Paolo Di Canio, è apparso a braccia scoperte. E siccome fra i vari tatuaggi che gli ricoprono gli arti c’è la parola DUX alcuni esponenti della comunità ebraica (soprattutto) e altri partecipantispettatori hanno dato vita a proteste che l’emittente ha evidentemente e drasticamente accolto con la decisione di estromettere dal video l’ex attaccante di Lazio, Juve, Napoli e Milan. Finora non c’è stata risoluzione contrattuale fra le parti, e l’uso del termine «sospensione» invece di «cancellazione» lascia aperta la porta di un futuro reintegro. Si vedrà. SCUSE Per ora bisogna registrare le parole pronunciate ieri dal vice presidente esecutivo con delega allo sport Jacques Raynaud che ha voluto «fare un inciso» durante la presentazione dei palinsesti 201617: «Siamo venuti a conoscenza di un po’ di emozioni sui social per uno scatto di un nostro talent, Paolo Di Canio, con le braccia scoperte e un certo tatuaggio», l’introduzione del «caso» fatta da Raynaud. «E’ stato un errore pubblicare quell’immagine, abbiamo sbagliato e ci scusiamo con tutti quelli di cui abbiamo urtato la sensibilità. Dopo aver parlato con Paolo, di comune accordo, abbiamo deciso di sospendere la collaborazione nonostante la sua riconosciuta competenza e professionalità». SCHIENA Sul web e nel mondo dei social network c’è chi ha giudicato giusto il provvedimento ma pure chi ha censurato Sky. L’onorevole Ignazio Larussa, ad esempio: «E’ un atteggiamento privo di senso, una ipocrisia tutta italiana. Di Canio lo si conosce da anni e pure quel tatuaggio era già apparso in video». Certo, le simpatie politiche dell’ex attaccante sono note da tempo. Persino in Inghilterra, dove ha giocato a lungo (un attaccante tecnico e geniale, troppo spesso egoistadribblomane però) e ha poi cominciato la carriera di manager. Nel 2013, da tecnico del Sunderland, un giornalista gli chiese se fosse fascista: «Non devo rispondere su nulla perché qui non siamo in Parlamento, ma ci occupiamo di calcio», era stata la replica. Due giorni dopo il Daily Mail pubblicò la foto della sua schiena su cui compare il tatuaggio gigante dell’aquila imperiale e il profilo di Benito Mussolini con l’elmetto. SALUTO Del resto, nonostante Di Canio abbia più volte dichiarato di voler tenere la politica fuori dagli stadi, i due aspetti della sua vita si sono intrecciati anche sul campo. L’episodio più eclatante resta quello del 6 gennaio 2005, in occasione di un derby vinto dalla Lazio per 31: il suo saluto romano alla curva biancoceleste sollevò un’ondata di polemiche. Di Canio venne soltanto multato dalla Disciplinare, ma la reiterazione del gesto nei match con Siena, Livorno e Juventus suscitò l’interessamento della Fifa, che minacciò pesanti sanzioni se quel comportamento fosse proseguito. Di Canio si è sempre difeso sostenendo di non aver mai inteso quel gesto «contro» qualcuno, bensì «con»: in altre parole, una sorta di dimostrazione di appartenenza alla curva laziale, di condivisione. Oggi, alle soglie dei 50 anni, Paolo ha avuto un buon seguito sui canali di Fox e prometteva di fare bene anche a Sky, la rete ammiraglia”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.