“«Mi dimetto». Sembra proprio finita per Michel Platini. Il Tas ha forse scritto l’ultimo capitolo, il più drammatico, della brutta storia che ha coinvolto il presidente Uefa, ex presidente ormai. Dimissioni già annunciate. A nulla vale lo sconto dei giudici di Losanna, 4 anni di squalifica invece di 6 (e 60mila franchi di multa invece di 80mila). Il comportamento non etico — vantaggio indebito e conflitto d’interesse — resta. Impossibili anche eventuali candidature alla Fifa a fine squalifica: quando Platini rientrerà teoricamente in pista, infatti, Infantino potrebbe essere stato confermato oppure potrebbe essersi insidiato il successore. Ma il francese ha promesso che non finirà qui e che si rivolgerà alla Corte federale svizzera. QUALE CONTRATTO? Per il collegio giudicante del Tas, presieduto dall’italiano Luigi Fumagalli, sono troppi i 6 anni di stop imposti dai giudici Fifa. Ma la difesa di Platini relativamente ai 2 milioni ricevuti da Blatter nel 2011 (per un lavoro svolto tra il ‘99 e il 2002) non ha convinto. I giudici hanno trovato le prove soltanto di un contratto scritto tra Platini e Blatter del 1999 (300mila franchi all’anno per il francese; 1,2 milioni nel qu a d r i e n n i o ) . Contratto molto diverso da quello orale dichiarato dai due interessati (un milione all’anno; 4 milioni in totale). PAGAMENTO SOSPETTO Il Tas, non convinto della legittimità del secondo accordo, è insospettito intanto dal fatto che il pagamento sia stato effettuato 9 anni dopo (ma 4 mesi prima dell’elezione Fifa tra Blatter e Bin Hammam). E inoltre dalla mancata corrispondenza tra la cifra che avrebbe dovuto percepire Platini (2,8 milioni) e quella ricevuta (2 milioni). Infine, per i giudici, al francese non spettava neanche l’estensione di un piano pensione. Una «frecciata» poi alla Fifa che sapeva del pagamento dal 2011 ma ha cominciato le indagini soltanto nel 2015. «INGIUSTIZIA» Platini ha parlato ancora attraverso un comunicato. «Prendo atto della decisione del Tas, ma la vedo come una profonda ingiustizia. Mi impone una sospensione la cui durata mi impedirà, che coincidenza, di potermi presentare alle prossime elezioni del Presidente Fifa. Ho lasciato il mio lavoro di presidente Uefa e continuerò la mia battaglia davanti ai giudici svizzeri per dimostrare la mia onestà in questa vicenda. La vita mi ha sempre riservato grandi sorprese: sono pronto a viverne altre». LE REAZIONI Mentre l’Uefa s’è limitata a prendere atto della decisione, molto vicino a Platini è parso Giancarlo Abete, vice presidente Uefa, a «La politica nel pallone» su Gr Parlamento: «Una sentenza molto severa, non inattesa. Pensavo che la sanzione sarebbe stata più leggera. La vicenda fa male. Tanti di noi, a vario titolo, erano, sono e rimarranno affezionati a Platini, grande giocatore che ha fatto molto bene anche come dirigente sportivo». Il presidente federale tedesco Wolfgang Niersbach dice di aver inviato un messaggio a Platini: «Sono triste. Michel è un grande amico. All’Uefa ha fatto un lavoro eccezionale». Resta la corte svizzera: ricorrere ai giudici ordinari è in contraddizione con quanto richiesto in questi anni. Qui però non è in gioco una iscrizione in un torneo, ma l’immagine di un uomo”. Questo si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.