«In estate ci davano per retrocessi sicuri e magari spacciati già a metà torneo. Invece siamo qua, a giocarcela, convinti di arrivare alla salvezza». Con la doppietta di Empoli, Daniel Ciofani ha riagganciato il Frosinone al treno della speranza. Certo, la sua prodezza di sabato è stata poi ingigantita dai risultati domenicali, tutti favorevoli alla formazione laziale, che ora è a 3 dalla meta. Una frenata generale assai pericolosa per Sampdoria e Palermo. Ma pure Colantuono ritorna sui carboni ardenti. Per contro il destro vincente di Destro al Friuli ha coronato lo splendido lavoro di Donadoni: le angosce del Bologna sono ormai un brutto ricordo. Samp e Palermo hanno bucato il turno casalingo. Mentre i siciliani si dibattono da tempo in una altalena di tecnici autoinflitta dal presidente Zamparini (perchè Renzi non lo consulta sul tema dei posti di lavoro?), i blucerchiati devono amaramente constatare che la staffetta in panchina fra ex (via Zenga per Montella) non ha prodotto migliorie. Anzi, il rendimento della squadra (che a gennaio ha preso Alvarez, Dodò, Quagliarella e Ranocchia ma ha perso il cannoniere Eder) registra una allarmante involuzione. Il pari imposto dall’Atalanta a Marassi consente a Reja di restare in sicurezza e nel contempo precipita le due genovesi in ambasce. Ma se la sconfitta di Gasperini a San Siro è nell’ordine delle cose, che la Samp non sia riuscita a trascinare i bergamaschi nella bagarre, desta sorpresa: contro un avversario che da due mesi non brilla, ci si attendeva un acuto scaccia crisi. Montella nelle 13 giornate della sua gestione ha perso 8 partite, pareggiandone 3 e vincendone appena 2. Ultimo successo il derby della 18a , nel ritorno quattro sconfitte e due pareggi. La Doria è in vantaggio con Genoa e Palermo, in svantaggio con l’Udinese. A Frosinone la Samp di Zenga perse 20: a fine mese il confronto diretto a Marassi diventa uno spareggio. Da incubi.