L’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” si sofferma sulle dichiarazioni di Alberto Pelagotti, portiere del Palermo. La domanda è perché l’arrivo nei dilettanti. «Perché il Palermo non si può vedere in D–replica- l’ho scelto per questo. L’incontro con il Palermo è nato con i direttori, che ho avuto a Brescia. Mi hanno chiesto se avessi gli stimoli per ripartire da una serie che non avevo mai fatto, ma che poteva darmi soddisfazioni. La piazza è importante, ripartire da Palermo è più che soddisfacente. Ho parlatocon la società e sanno cosa fare, sono venuto qui per giocare e non per fare presenza. Sanno cosa voglio e ho percepito una grande coesione nel gruppo, un bell’affiatamento in questi primi giorni. I giovani vogliono imparare dai più vecchi e mettersi in mostra. Mi hanno trattato benissimo a livello di stipendio e sono contento, sinceramente non c’è stato nessun taglio. Non ho mai avuto un peso, è semmai uno stimolo–ammette-. Con Pomini ci siamo sentiti fino all’altra sera per telefono, conosco anche Brignoli e c’è solo da prendere una grande eredità. Mi ha detto che è invidioso perché mi trovo in una città bellissima. Anche Pietro Accardi, il d.s. dell’Empoli, mi ha detto che devo riportare in alto i colori di una società molto importante. Vedere un sacco di tifosi così non mi capitava da tempo: uno stimolo, se non lo fosse cambio mestiere. Ricciardo è un attaccante forte, tiene bene il pallone e forse è uno dei più freddi con cui abbia giocato. Può fare la differenza in questa categoria. La C e la D sono categorie diverse. Per un portiere, poi, è più facile forse giocare in Serie A. Sto provando a capire come sia questo campionato, ci sono tanti esperti qui, ma un’idea vera e propria non me la sono fatta. Penso che il livello agonistico sia forsennato, un po’meno forse quello tecnico».