L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul malore di Zeman.
La Boemia è celebre per i suoi cristalli, e nel calcio quando si parla di boemo ci si riferisce a Zdenek Zeman. Che come tutti gli esseri umani, soprattutto quelli di 76 anni che continuano a vivere in trincea, si è reso conto della fragilità del suo fisico. Di cristallo, come tutti. Facendo prendere un bello spavento a quelli del Pescara e, sul tam tam della comunicazione, a tutti coloro che lo conoscono sparsi in giro per l’Italia. Estimatori e detrattori, perché uno come lui ha sempre diviso. Ma non in questo caso. Una leggera ischemia transitoria, che in termini medici viene chiama Tia, ha costretto il decano degli allenatori in Italia – il più anziano tra quelli in panchina nei professionisti – a un ricovero in clinica, dove dovrebbe restare in osservazione fino all’antivigilia di Natale. E lo spavento, nel corso della giornata, si è presto placato.
In campo Prima però c’è stata molta apprensione. Il malore è arrivato ieri mattina. Dopo aver partecipato lunedì sera alla cena di Natale del Pescara, Zeman era al campo di allenamento di Montesilvano per la rifinitura, programmata prima della partenza per Catania dove stasera si gioca la sfida dei quarti di finale di Coppa Italia Lega Pro. Negli spogliatoi il tecnico era a colloquio con il direttore sportivo Daniele Delli Carri e si è accorto che qualcosa non andava, le gambe avevano uno strano tremolio e un piede sembrava addormentarsi. Ma si è alzato e tutto è sembrato passare, andando a lavorare, come sempre, nel suo luogo del cuore: il campo. Poco dopo Zeman si è messo a dare alcune indicazioni a Cangiano, un suo giocatore, al centro del campo. Ha avvertito un forte mal di testa e ha cominciato a faticare a parlare. Cangiano e gli altri hanno capito e subito lanciato l’allarme. Per fortuna di Zeman ad assistere all’allenamento c’era la dottoressa Emanuela Spada, medico del club, che non ha perso tempo e ha chiamato l’ambulanza.
Per rivedere Zeman al suo posto però dipende da come procederà la convalescenza e da quello che diranno i medici. Che, lo ripetiamo, hanno già fatto inequivocabili inviti alla prudenza e al riposo. E molto dipenderà anche dalla sua grande sfida per provare a smettere di fumare. Perché le sigarette, si sa, danneggiano i cristalli.