L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha realizzato una lunga intervista a Pino Caramanno, doppio ex di Palermo e Foggia, squadre che si affronteranno al “Barbera” lunedì sera. Ecco quanto si legge:
“Nel calcio le controprove non esistono. Nel caso di Pino Caramanno sì. E’ la storia di una rivincita personale e di un errore di valutazione. É la storia di Palermo-Foggia. TRIONFO IN C2 Stagione 1987/88, il Palermo dopo la radiazione riparte dalla C2 e affida la guida tecnica a Giuseppe Caramanno, specialista in promozioni dalla serie D e dalla C2. L’allenatore di Piana degli Albanesi mette insieme una squadra partendo da zero. Nella stagione precedente aveva allenato la Sanremese in D. Quando Palermo lo chiama dice subito sì a condizione di essere riconfermato l’anno successivo in caso di promozione. Ma certo, è la risposta. Senza però sottoscrivere l’impegno. Per Pino Caramanno la parola data vale più di un contratto e si presenta a Palermo con Marsan e Marchetti che aveva già avuto a Sanremo. Stravince il campionato, arriva in finale di coppa Italia cedendo al Monza, che militava in C1 e quell’anno verrà promosso addirittura in Serie B. TOLGO IL DISTURBO Mancano poche giornate alla fine del campionato, il Palermo è praticamente promosso. I dirigenti si guardano bene dal parlare di riconferma, facendo circolare nomi di possibili nuovi allenatori. Il direttore sportivo Peccenini dichiara in un’intervista che Caramanno è buono per la C2, ma in Serie C1 chissà… L’allenatore convoca una conferenza stampa e annuncia che nella stagione successiva non sarà più l’allenatore del Palermo, visto che non viene ritenuto all’altezza dalla dirigenza. A FOGGIA Ma Caramanno trova subito un’altra squadra. É il Foggia, che dopo tante delusioni, cerca di risollevarsi mettendo però in conto un altro campionato di transizione. Col tecnico arrivano anche Marsan e Marchetti, i due fedelissimi di Sanremo e Palermo. Nel bagagliaio di Caramanno ci sono anche diverse copie dell’intervista di Peccenini. «Le ho appese – racconta oggi Caramanno –nella mia casa a Foggia. Per ricordarmi ogni giorno che dovevo dimostrare a tutti di essere un allenatore da C1». IL CAMPIONATO Il Palermo allenato da Rumignani, campionato 1988-89, gioca a Trapani per la ristrutturazione dei mondiali 90. Il Foggia parte con qualche indecisione ma poi decolla. Sembra fatta e, invece, alla quartultima giornata perde in casa col Giarre davanti a 25 mila spettatori. Chi domina è il Cagliari di Ranieri che conquista il primo posto con due giornate di anticipo. Alla penultima, con la B ormai in tasca, perde a Foggia mentre il Palermo si ferma sull’1-1 nel derby di Catania e si presenta allo scontro diretto dell’ultima giornata con due punti di svantaggio: per sperare nella B deve battere il Foggia e andare allo spareggio. LA SFIDA Il Foggia è in ritiro a Marsala, Caramanno non parla alla vigilia con i giornalisti palermitani. Poche ore prima della partita il presidente Casillo lo convoca nella sua stanza d’albergo. «Aggio avuto l’impressione che Marsan e Marchetti si sono venduti la partita». Caramanno ricorda bene l’inflessione napoletanae la frase del presidente. Al quale replica: «Non ho tempo da perdere». E capisce che anche seva in B, la sua avventura col Foggia è finita nonostante nel contratto ci fosse la riconferma, stavolta scritta, in caso di promozione. La storia che si ripete. IL FILM PROMOZIONE La partita si mette subito bene per il Palermo. Al 18’ viene espulso l’attaccante del Foggia Coppola. Ma l’organizzazione di gioco di Caramanno prevale. Al 32’ il palermitano Barone porta in vantaggio il Foggia con una punizione da posizione decentrata. Il Palermo attacca a testa bassa: prima unatraversa, poi un palo, infine una strepitosa parata di super Genovese rendono vano il pareggio di Auteri al 30’ della ripresa. GIOIA E AMAREZZA Il Foggia è in B per la gioia dei 200 tifosi rossoneri al seguito e la delusione dei palermitani. Caramanno dichiara a caldo: «Per un allenatore vincere un campionato è una grande soddisfazione professionale, ma se lo fai davanti ai tuoi consanguinei l’amarezza sgorga spontanea». Il presente non cancella il passato. «Ricordo ancora – dice oggi Caramanno – i pianti dei tifosi palermitani che venivano da me quasi per essere confortati». PUGLIA FELIX Ma la grande festa è a Foggia. Diecimila tifosi rossoneri ascoltano nel loro stadio la radiocronaca da Trapani e aspettano il ritorno della squadra. I giocatori arriveranno allo Zaccheria in elicottero. Caramanno non c’è, il Foggia non è più suo. «E mene sono pentito – ammette oggi l’avrei dovuto fare per quelle migliaia di tifosi che aspettavano anche me». Il Palermo dovrà aspettare il campionato 1990-91 per arrivare in B. In quella stessa stagione il Foggia di Zeman, palermitano di adozione, successore di Caramanno, veniva promosso in A. Apriva Zemanlandia. Palermo-Foggia non finisce mai. Ma per Caramanno è soltanto il passato: non segue più le due squadre che ha allenato, ma non nasconde qualche preoccupazione per il futuro societario del Palermo. Nel Foggia c’è traccia del passato con Stroppa, figlio di Zemanlandia in panchina. A Palermo è tutto nuovo con un Tedino che in silenzio e professionalità cerca di ridare un futuro di Serie A al club e alla città siciliana”.