“Il braccio teso verso l’alto e il capo chino dicono più di mille parole. Paulo Dybala ha appena disegnato una traiettoria magica e impossibile da intercettare per qualsiasi essere umano, ma non corre e non urla di gioia. Resta fermo in mezzo al campo e chiede scusa a una città intera, che l’ha viziato e coccolato quando era soltanto U Picciriddu, il piccoletto di casa Palermo. «Se segno non esulto», aveva detto, ed è stato di parola, perché chiedergli di fare festa contro la sua ex squadra sarebbe come chiedergli di scegliere tra mamma e papà: non si può. INVENZIONE ALLA MESSI In quella rete c’è l’evoluzione del ragazzino argentino arrivato in Italia nell’estate 2012: se è diventato così forte, il merito è anche di chi per primo ha scommesso su di lui. Paulo a Palermo segnava già, ma adesso è un giocatore più completo, in grado di decidere le partite in tanti modi diversi. Ieri ci è riuscito con una punizione che ha fatto venire in mente Messi. Ha calciato all’incrocio sopra la barriera, come facevano Platini, Zidane, Del Piero, Pirlo, ma lui, mancino a differenza degli storici specialisti bianconeri, sa far girare la palla tantissimo, in un modo tutto suo. DOPPIO SPECIALISTA Dybala ha ereditato il numero di Pirlo e come lui ha il dono dell’invenzione su calcio piazzato. Vent’anni fa, in un Palermo-Brescia di B, un giovanissimo Andrea deliziò la Favorita con la sua prima opera d’arte all’incrocio dei pali. Paulo e Pirlo non si sono incrociati alla Juventus, ma U Picciriddu sa succhiare il meglio dai giocatori di talento anche a distanza. Ieri Dybala ha trovato il secondo gol su punizione della stagione e il quarto con la Juve. Pjanic le tira con il destro (3 reti finora), Paulo con il mancino: un lusso che poche squadre possono vantare. NON COSÌ CON IL PORTO Dybala non segnava dal 25 gennaio, ci teneva ed aveva capito subito che il venerdì 17 gli avrebbe portato fortuna: il palo colpito sempre su punizione all’alba della gara non era un presagio negativo. Nella ripresa ha firmato l’assist per il 30 di Higuain («Io e Gonzalo ci conosciamo bene: uno sa sempre dov’è l’altro») e il gol del 40: doppietta e un compostissimo accenno alla Dybala mask, poi baci e abbracci con tutti gli ex compagni («Qui si soffre tantissimo e dopo 29 vittorie di fila magari gli avversari sono un po’ scoraggiati. Noi cerchiamo di sfruttare questo fattore»). Sembrerebbe la serata perfetta, ma Paulo è troppo uomo squadra per pensare solo a se stesso: «Abbiamo fatto un gran passo in avanti in campionato ma non abbiamo giocato benissimo dice troppi passaggi sbagliati, siamo stati superficiali. Con il Porto dobbiamo cambiare atteggiamento e mentalità». Dybala è già in modalità Champions e non s’accontenta di due gol, un palo e un assist. Vuole tutto”. Questo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport”.