Gazzetta dello Sport: “Pallone e lenzuola: sospesi e denunciati i due spagnoli per il video hard condiviso su Whatsapp. Ma di storie piccanti il calcio ne è pieno”

“E dire che tutto era cominciato bene: domenica scorsa il loro Eibar aveva strappato un gagliardo punto al Bernabeu, uno aveva battagliato con Pepe e l’altro aveva rintuzzato bene Bale. Così, visto che Eibar sono 25mila anime in mezzo ai monti baschi, il centravanti Sergi Enrich e il terzino Antonio Luna (sì, quello passato per Verona e La Spezia due anni fa) si sono concessi una serata di svago nella più godereccia San Sebastian. Hanno rimorchiato una ragazza, sono andati a letto e lì si è consumato il fattaccio: un video di pochi secondi con i tre impegnati in un focoso amplesso, lei che si accorge dello smartphone acceso e dice di non voler essere filmata. Però il filmato c’è, la mattina dopo qualcuno scorrettamente lo fa girare su Whatsapp e, tempo poche ore, lo vede mezza Spagna. Boom, con il copione da prassi questo tipo di vicende. C’è il lato ridanciano, mille Meme e la considerazione che il vero scandalo del video stia nel fatto che Enrich faccia sesso con i fantasmini neri (sic!) ai piedi. E c’è il lato, triste, di cronaca: Enrich e Luna hanno emesso un comunicato di scuse che non ha fatto altro che dare più risalto della vicenda, l’Eibar li ha tenuti fuori dall’amichevole di ieri in attesa di altri provvedimenti, la ragazza li ha denunciati (il codice penale spagnolo prevede fino a 5 anni di carcere per i «delitti contro l’intimità»), Sport ripesca addirittura una foto del 2010 in cui i due passeggiano mano nella mano per le vie di New York. SENZA SMARTPHONE Nulla di nuovo sotto il sole, se non la rapidità epidemica con cui queste storie e la loro eco si espande al t e mp o d e g l i smartphone. Il Leicester pre­Ranieri, per esempio, dovette licenziare tre giocatori a causa di un video in cui facevano sesso con una ragazza asiatica con tanto di insulti a sfondo razzista.Peggio pure è la minaccia che un video, sempre che esista, diventi pubblico, come nel caso del ricatto a Valbuena, che ha visto coinvolto anche la stella del Real Benzema. Effetti del sesso 2.0, perché anche quando non c’erano i telefonini la storia del calcio di storie e storiacce hard ne aveva eccome. Nel 1935, per esempio, era invenzione recente la rotella dei numeri negli apparecchi fissi ma Giuseppe Meazza era comunque leggenda, per i gol e per le donne: prima di Inter­Juve non si trovava, un massaggiatore lo pescò che dormiva in una casa d’appuntamenti, lo caricò in auto e lo portò all’Arena giusto in tempo per farne tre ai bianconeri. Sempre lui convinse Pozzo nel 1938 a portare tutta la squadra in una m a i s o n d e tolérance per «l’atto naturale»: il c.t. aspettò fuori, l’Italia fu campione del mondo a Parigi. Le cronache di qualche anno dopo riportano degli incredibili appetiti sessuali di Garrincha e dell’immortale sentenza di George Best: «Fare gol al Liverpool o andare a letto con Miss Mondo? Non saprei cos’è meglio, meno male che non ho dovuto scegliere». TEMPI MODERNI Di recente si è visto pure di peggio, complice anche l’ascesa della figura del calciatore nella classifica dei sex simbol. L’Inghilterra è la locomotiva di una serie di stravizi e scappatelle. Tra gli highlights: l’orgia di Natale 2007 dello United con 90 escort in un hotel di lusso, che si concluse con un’irruzione della polizia; le scappatelle (poi perdonate dalla moglie Coleen) di Rooney; le tresche di due mammasantissima come Terry e Giggs rispettivamente con la moglie di un amico (Bridge) e con la cognata. Anche in Italia la letteratura in materia abbonda. Fine anni 90: la Milano del calcio tremava per le rivelazioni di Lara, prostituta brasiliana finita in carcere per cocaina che nell’agenda aveva decine di numeri di campioni. Qualche anno dopo una cena dell’Inter culminò in un festino hard: la squadra andava già maluccio di suo, se ne parlò parecchio, l’avvocato Prisco chiosò con un magistrale «mi sarei scandalizzato se i ragazzi fossero rimasti soli tra di loro». Nel 2002 a Torino il centro massaggi Viva Lain era un viavai di bianconeri e granata, anche qui commento memorabile dell’allora tecnico del Toro Camolese: «La Juve vinse lo scudetto, noi finimmo undicesimi, scherzando potrei dire che quei massaggi non toglievano energie». Disavventure brasiliane: le folli notti di Adriano a Milano, anche 160mila euro al mese in festini; il ricatto subito da Ronaldo da tre travestiti che lui aveva convocato in hotel pensando fossero prostitute; la mitologica intervista di Wagner Love, o artilheiro do amor, a Playboy dove tra l’altro descriveva la ricetta per un’orgia («Per ogni sei uomini servono più o meno otto donne…»). Prospettive africane: nel 2013 il sindacato prostitute nigeriane promise una settimana di prestazioni gratis alle Aquile in caso di vittoria con il Burkina Faso in Coppa d’Africa (missione compiuta, per la cronaca). Pochi giorni fa invece la denuncia accorata di Malik Jabir, ex stella del calcio ghanese: «Il nostro calcio fa schifo perché i giocatori non corrono 90 minuti, si stancano prima perché copulano troppo e dormono poco». Falso mito, quello del sesso che nuoce all’atleta. Basta tenere il telefono spento”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.