“Una nuova vita, un’altra a rinascita per Robin Quaison. Talento a intermittenza difficile da decifrare. Corini ha deciso di puntare su di lui, ripescandolo dall’anonimato che aveva caratterizzato l’inizio di stagione, perso nella crisi d’identità tattica che lo accompagna fin dal suo arrivo a Palermo. Il gol al Genoa è un chiaro segnale del ritorno, in quella posizione che la storia dice che gli è più congeniale. Robin è cresciuto con Iachini che in un anno e mezzo ne aveva fatto un jolly: mezzala, trequartista, esterno del centrocampo a cinque. Forse anche troppo per un giovane alla ricerca di un ruolo. All’occorrenza il tecnico marchigiano lo aveva impiegato anche da prima punta. TRA ALTI E BASSI Come Ballardini che sullo svedese nell’anno vissuto in due atti sulla panchina del Palermo non è riuscito a trovargli una collocazione se non quella da centravanti contro il Sassuolo e da rifinitore dietro a Nestorovski con l’Inter a inizio campionato. De Zerbi, poi, lo ha sfruttato poco, complice anche lungo infortunio del centrocampista. Anche se poi al suo rientro ha fatto molto da comprimario. I cambi in panchina sull’ex Aik Solna, però, non sempre sono stati penalizzanti. La scorsa stagione Schelotto ne fece uno dei punti fermi del suo tridente insieme a Gilardino e Vazquez e, guarda caso, alla prima del tecnico argentino, Robin andò a segno contro l’Udinese. Fu l’unico gol in campionato, però, con l’attuale tecnico del Boca ritrovò una continuità di prestazioni che poi ha smarrito con il ritorno di Ballardini, anche in virtù dell’esigenza di affidarsi ai giocatori più esperti nelle ultime quattro partite alla ricerca di una salvezza che sembrava impossibile. Perché se c’è un aspetto preponderante in Quaison è la facilità allo scoramento, la tendenza a eclissarsi nei momenti difficili. RUOLO CERTO Il centrocampista anche, in virtù della giovane età, ha bisogno di sentirsi considerato, stimolato, con la fiducia addosso, insomma. Corini gliel’ha data, in modo incondizionato perché crede molto nelle sue qualità e gli ha attribuito un ruolo offensivo, di incursore alle spalle della punta con un altro rifinitore. Non a caso una delle migliore partite della sua carriera a Palermo la fece contro il Napoli in posizione da falso trequartista con Vazquez. Robin ha riposto subito. Nella prima del nuovo tecnico a Firenze ha sfoderato una prestazione molto convincente, aveva anche propiziato un rigore solare che l’arbitro non ha concesso. Poi, un passo indietro, insieme a tutta la squadra con il Chievo, per poi riabilitarsi a Marassi nella rocambolesca vittoria sul Genoa con la rete dell’11. Adesso, quello che gli si chiede è di tenere attaccata la spina in modo permanente, soprattutto in casa, dove Quaison fatica insieme al resto del gruppo. Però, una volta trovata la posizione certa, il resto deve farlo la testa e siccome la fiducia che cercava l’ha ottenuta, il resto dovrebbe venire da sé. L’esultanza rabbiosa dopo il gol di Genova spiega tutto il suo malessere. Quaison con la sua propensione ad attaccare la profondità con l’uno contro uno può risultare devastante. La sfida cruciale con il Pescara può diventare quella della consacrazione per recitare un ruolo da protagonista indiscusso della stagione. Il modo per andare a segno per la terza volta in questo campionato e rompere il tabù del Barbera finora terra di conquista per tutti gli avversari”. Questo quanto si legge su “La Gazzetta dello Sport”.