L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul gran gol di Verre contro il Frsinone, destinato a rimanere nella storia del club.
Si può entrare nella leggenda alla prima da titolare davanti al proprio pubblico? Sì, si può, se ti chiami Valerio Verre, vista la sua attitudine alle prodezze. Perché quella esibita con il Frosinone, oltre a essere la replica del gol realizzato nella finale playoff con il Pescara a Trapani, rappresenta un dejavu che evoca un’altra m agia da metà campo di un pezzo di storia rosa-nero. Perché sabato pomeriggio chi ha visto Verre, ha rivisto Fabrizio Miccoli.
E se il centrocampista romano in quella finale a Trapani esultò dicendo: «Sono pazzo», l’attaccante salentino con lo stesso lob da centrocampo in un Palermo-Chievo del 2012 mandò giù lo stadio con una “sana follia”. Il gesto tecnico con cui beffo Sorrentino che, pochi mesi dopo, a gennaio, sarebbe diventato il nuovo portiere rosanero, resta uno dei gol più pesanti subiti in carriera dall’ex estremo difensore, oggi opinionista in tv.
Stesso numero, ma a porte invertite, per il 4-1 finale a favore del Palermo. Fu una delle poche immagini belle di una stagione terminata malissimo con la deludente retrocessione in Serie B. Ma è stata una delle tante prodezze a cui ha fatto da teatro il Barbera negli ultimi vent’anni. Dal 2002 in poi se ne sono viste parecchie ed è difficile pensare che nello stesso periodo di tempo un altro stadio abbia potuto raccogliere tante prodezze.