L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul rebus Stulac in gol da precario.
Lo strano caso di Leo Stulac. Parafrasando un celebre film con Brad Pitt, gli ingredienti per una sceneggiatura riguardo alla storia in rosanero del centrocampista sloveno ci sono tutti. Partiamo allora dalla fine come nella storia di Benjamin Button e dalla rete inaspettata nel finale della gara persa con il Catanzaro: cross di Valente ai centro dell’area, lui buca di testa e la mette dentro riaccendendo vane speranze di rimonta.
Non è la prima volta che accade al centrocampista arrivato la scorsa stagione per accendere la luce sulla manovra rosanero. Una storia, la sua, fatta di molti bassi e pochi alti, ma che questa prima parte del torneo lo sta vedendo stranamente vicecapocannoniere dietro a Brunori con 3 gol quanti ne ha segnati Mancuso.
Stulac appare e scompare dai radar della formazione titolare con l’abilità di un illusionista, una partita gioca dall’inizio, l’altra parte dalla panchina. in agni caso in questo andamento a singhiozzo prima di quello di venerdi scorso ha siglato due gol pesanti per il risultato: con la Feralpisalò e con lo Spezia con quella punizione magistrale al 104 diventata la rete più tardiva del calcio Italiano. Non male per un giocatore che è sceso in campo dall’inizio soltanto in 9 occasioni e per 5 volte entrato dalla panchina. Due dei suoi gol, infatti, sono stati realtzzati da subentrato. Perché non riesca a trovare la giusta continuità resta un mistero.