Gazzetta dello Sport: “Palermo, segnali non sono incoraggianti. La Samp rialza la testa”
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Palermo e la sconfitta di ieri contro la Sampdoria.
La Sampdoria riparte e Andrea Pirlo allontana i fantasmi. Il Palermo, al primo ko esterno in campionato, inciampa ancora e si allontana dalla vetta. Decide Borini, che ribatte in rete il suo rigore – primo errore dopo 22 tiri dal dischetto – respinto dall’ottimo Pigliacelli, il migliore della squadra di Corini, appena un punto raccolto nelle ultime tre partite. Forse è presto per parlare di vera crisi per i siciliani, ma il senso di questo stop sta tutto in una frase del tecnico («abbiamo perso certezze»), che condensa le difficoltà di una squadra rimasta ieri per quasi un tempo in balia di Borini e compagni. «Vogliamo tornare quelli di un tempo già con il Brescia». Il tempo dirà, ma per ora i segnali non sono incoraggianti, anche perché del cinismo offensivo s’è persa traccia, e non da ieri. E pure la difesa a lungo ha sofferto.
Quasi un monologo Lo ha detto chiaramente il primo tempo, nel quale i blucerchiati sono partiti con il motore a mille, schiacciando a lungo il Palermo, incapace di reagire. Un 4-3-2-1, quello di Pirlo, che di fatto diventava un 4-3-3 in fase di possesso, con Verre e Borini di supporto a Esposito e una mediana efficace nel disinnescare i tentativi ospiti. E poi, squadra corta e un eccellente Kasami, vera sorpresa della giornata doriana, che ha costretto Di Francesco e Segre a rimanere molto bassi, con il Palermo un po’ più propositivo sulla corsia di destra. E contro un avversario quasi elettrico, con un abito tutto nuovo rispetto alle ultime due uscite, Brunori e compagni hanno faticato, con Gomes schiacciato da Yepes e Verre abile in regia.
Non a caso dopo tre minuti Kasami si è inventato un tiro di sinistro respinto dal palo, poi Pigliacelli ha neutralizzato il destro di Vieira e poi si è opposto anche alla conclusione di Esposito. Tre palle-gol blucerchiate in diciotto minuti. Una Samp senza affanni, un Palermo timoroso e titubante, che si è risvegliato dopo la mezz’ora con Insigne, murato da Depaoli. Niente rigore, nonostante le proteste ospiti, perché il difensore ha le braccia dietro la schiena sul primo impatto con il pallone. Fino all’episodio-chiave: Lucioni è ingenuo agganciando Esposito. Il destro di Borini dal dischetto è respinto, poi l’attaccante rimedia.