“Riscatto nell’emergenza. Una condizione diventata stabile nel Palermo che ,però, vuole rifarsi delle tre sberle prese col Cittadella. Tedino deve fronteggiare alcuni problemi fisici. Murawski (fastidio al ginocchio) non è al meglio e nelle ultime ore si è aggiunto anche Embalo (problema alla caviglia) che fino all’altro giorno sembrava in predicato di tornare sull’out di sinistra al posto di Aleesami. Contro l’Avellino, invece, toccherà ancora al norvegese, rientrato proprio lunedì scorso da un lungo stop, sfrecciare sulla fascia. Il tecnico già meditava qualche variazione rispetto alla squadra che ha schierato col Cittadella ma adesso dovrà rivedere qualcosa in più. Cionek e Coronado dal primo minuto erano già dati per assodati, le noie di Murawski rimettono in rampa di lancio Gnahoré. BATTAGLIA A prescindere dagli interpreti il tecnico si aspetta una grande reazione questo pomeriggio al Partenio, l’unico modo per cancellare la batosta di lunedì sera. «Si conosce un solo modo di fare, quello di lavorare e mettersi tutto alle spalle – spiega. Quando si vincono due partite di fila sarebbe giusto conservare le cose positive e lavorare su quelle negative. Quando si prendono dei cazzotti com’è accaduto a noi, bisogna cercare di restituirli il prima possibile. La squadra ha bisogno di intraprendere un cammino positivo, col Cittadella abbiamo fatto una partita pessima e siamo stati surclassati su tutti i piani. In assoluto, però, da luglio è la prima volta che facciamo una prestazione così molle. Questo ci ha fatto riflettere molto, abbiamo raccolto i cocci e speriamo di averli attaccati bene». I segnali avuti in settimana lo lasciano ben sperare. La squadra sembra avere smaltito la botta presa e non è stato necessario alzare troppo la voce. «Vedo dei ragazzi molto disponibili a reagire, poi le sensazioni del campo non sempre sono quelle reali. Lo spogliatoio è compatto, sono molto leale con i giocatori. Delle volte serve alzare la voce, oltre basta faredelle scelte per mostrare gli attributi. Nei momenti buoni è giusto alzare i toni ed essere più esigenti, in quelli di difficoltà serve anche intelligenza. Se devo dire qualcosa a qualcuno, lo faccio senza problemi, sia che si chiami Nestorovski, sia che si chiami Maniero». […]”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.