“Il Barbera muto parla attraverso le voci dei protagonisti. Tranne sporadici accenni di tifo da parte di qualche disabile autorizzato ad assistere alla gara, sono i giocatori in campo a urlare per dare indicazioni e incoraggiare i compagni. Il rumore degli spalti viene sostituito da quello delle panchine. Ballardini nel suo stile molto «british» guida la squadra. Al vantaggio di Vazquez resta impassibile, com’è nel suo stile, così come non fa una smorfia al pari di Borriello. Ma la sua partita sarà un crescendo continuo con una partecipazione molto attiva. CALDO Col passare dei minuti il tecnico si lascia andare, alza il pugno in segno di minaccia a Chochev. «Stai più stretto», perché Pezzella resta spesso troppo solo nell’uno contro uno. Stesso discorso dall’altro lato per Hiljemark col quale parla in inglese e lo sollecita con un «Help Struna, help Struna», per dare sostegno al terzino sloveno in fase di raddoppio sulle folate atalantine. Esortazioni anche per Djurdjevic troppo spesso diretto sul primo palo sui cross dai lati. Le urla invece sono per Jajalo: «Fai girare palla». Il vociare della panchine scandisce anche momenti in cui l’altoparlante aggiorna sul pari e sul vantaggio del Chievo sul Frosinone per incoraggiare i giocatori. Il raddoppio dell’Atalanta non smorza la gara di Ballardini che alza l’intensità della sua partecipazione con una frenesia particolare, facendo su e giù a seguire l’azione con indicazioni per tutti soprattutto dopo il pari dei rosanero. Se il Palermo avesse vinto dopo il finale concitato all’arrembaggio probabilmente sarebbe schizzato dalla gioia pure lui. Così purtroppo non è andata. Adesso c’è la sfida rovente a Frosinone. GILARDINO Una vittoria avrebbe dato una spinta emotiva notevole in vista dello scontro diretto di domenica. Resta il dubbio sulle scelte iniziali e come sarebbe andata con Gilardino dall’inizio, invece che relegarlo solamente ai secondi 45’. Ballardini spiega così la decisione di iniziare con Durdjevic al posto dell’attaccante di Biella. «Ho visto Djurdjevic più carico in allenamento e quindi la scelta è stata dettata solo dalla condizione. È stato determinate l’allenamento di rifinitura – spiega –. Alberto quando è entrato ha fatto quello che sa fare, ha legato la squadra e ha lavorato facendo reparto». C’è grande rammarico per non aver vinto. Ballardini sa che tutto, ormai, passa dalla gara col Frosinone. «Per quello che ha fatto la squadra meritavamo di vincere – ammette il tecnico –. Ritengo che avere giocato a porte chiuse ci abbia penalizzato, è stata una sensazione brutta. I tifosi ci sarebbero serviti, mi è dispiaciuto che non ci fossero, perché i veri tifosi palermitani sono civili»”. Questo quanto si legge sull’odierna edizione de “La Gazzetta dello Sport”, in merito alla sfida andata ieri sera di scena allo stadio “Renzo Barbera” tra Palermo ed Atalanta.