L’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” riporta le dichiarazioni di alcuni personaggi pubblici del territorio in merito alla mancata iscrizione del Palermo in Serie B. A partire da Pietro Grasso, ex presidente del Senato: «Siamo passati dalla prospettiva della Serie A alla probabile ripartenza dalla Serie D. Con mio padre andavo allo stadio già quando avevo 3 anni, quindi sono un tifoso da oltre 70 anni. Oggi sono addolorato, deluso e arrabbiato. Per consolarmi rimangono i ricordi: guardo spesso un video con tutti i fuoriclasse che per oltre 10 anni hanno fatto grande il Palermo e reso felici noi tifosi. Sarebbe grave se l’attuale situazione fosse frutto di strategie esterne o incapacità dell’ultima gestione societaria. Resta la speranza che il Palermo possa cadere in mani capaci di nutrire un sentimento che sopravviverà nonostante tutto. Si esprime anche Fabrizio Micari, Magnifico Rettore dell’Università di Palermo: «Purtroppo è qualcosa di già visto. In questi giorni abbiamo assistito alla cronaca di una morte annunciata. Uno stillicidio terribile, con trattative e personaggi balordi. Dispiace tanto, perché il calcio oggi è anche economia, fa lavorare tante persone, genera un indotto significativo e tutto ciò andrà perso. La passione resta, al di là della categoria. Io andrò allo stadio anche in D. Spero si possa ripartire da gente seria, ma vorrei che Palermo non fosse la seconda squadra di nessuno». Guarda al futuro Gianfranco Micciché, attuale presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana: «Ferrero, Lotito, Cairo, imprenditori cinesi: e perché no? L’importante adesso è ricostruire il Palermo, farlo in fretta e bene, e per far questo servono capitali importanti, competenza e una passione commisurata a una tifoseria straordinaria. Io tifo perché arrivi un «pazzo» come lo fu a suo tempo Zamparini, capace in pochissimo tempo di trasformare il Palermo in una squadra d’elite. Si guardi al futuro con la capacità di trasformare questa tragedia sportiva in una grande opportunità. Mi auguro che non si vada dietro a equilibrismi politici o inutili romanticismi, non credo sia importante la carta d’identità della nuova proprietà, ma soltanto il progetto sportivo». Rimarca la ferita dolosa, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci: «L’esclusione apre una dolorosa ferita nel cuore dei tifosi siciliani, a prescindere dalla loro fede calcistica. Le recenti vicissitudini societarie privano il panorama sportivo nazionale di un prestigioso protagonista che merita a pieno titolo la permanenza nelle alte sfere del calcio professionistico. L’auspicio è che il Palermo possa tornare nel più breve tempo possibile a regalare quelle grandi soddisfazioni alle quali ci aveva abituato fino».