Gazzetta dello Sport: “Palermo, l’attacco piange. Il tempo per rilanciarsi verso la promozione diretta rischia di non esserci più”
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sull’attacco del Palermo.
L’attacco piange e il Palermo ne risente. La crisi delle ultime sei partite dipende anche da questo problema, oltre che da molti altri. L’ultimo gol su azione del reparto avanzato risale alla gara con lo Spezia del 23 ottobre, con Mancuso che da posizione impossibile ha avviato una rimonta insperata poi completata da Stulac al 104’. L’ultimo attaccante a segnare, ma su rigore, è stato Brunori nel finale della sconfitta con il Lecco nella gara successiva. Di fatto una rete delle punte su azione manca da 467’.
Un’eternità. Una “vacatio“ colmata dal supporto degli altri reparti, grazie alle reti di Coulibaly con il Brescia e di Lucioni con la Ternana che di fatto hanno sancito quattro dei cinque punti raggranellati nelle ultime sei gare. Il paradosso di una squadra che vanta il primato per numero di marcatori diversi in stagione (12), ma che non riesce più a segnare con gli attaccanti. Vero è che Brunori con la Ternana ha centrato una traversa, nell’occasione che avrebbe potuto dare il raddoppio, chissà magari anche la vittoria. Resta il fatto che la produzione offensiva è troppo esigua.
Fino a quando il Palermo riesce a tenere un ritmo alto, allora la speranza che qualcosa possa accadere c’è, viceversa cala il buio e i 20’ asfittici in superiorità numerica di Terni, a parte un’occasione che si è inventato da solo Brunori, la dicono lunga. Serve un risveglio immediato degli uomini del reparto avanzato, serve forse anche uno sviluppo della manovra offensiva più semplice e meno contorta nel pensiero. Forse serve giocare con meno tocchi e più coraggio nel verticalizzare. Ben vengano anche le individualità, ma senza una squadra che sappia correre fino al 90’, rischiano di lasciare il tempo che trovano. E il tempo per rilanciarsi verso la promozione diretta rischia di non esserci più.