“Le fiamme sono divampate intorno alla mezzanotte di ieri. Il fumo che usciva dai botteghini dello stadio Barbera, lato curva Nord, è stato avvistato in viale del Fante da alcuni passanti, che hanno allertato i vigili del fuoco. L’intervento immediato ha consentito di spegnere celermente quello che appariva come un piccolo incendio. Qualche attimo di tensione e nulla più, anche i danni sono lievi: una finestra di vetro rotta a causa del calore, una scrivania danneggiata e qualche muro annerito. Da capire le cause che hanno generato l’episodio. La Polizia lascia aperte tutte le ipotesi: si va dal semplice atto vandalico, alla natura dolosa da ricondurre alle proteste della scorsa settimana, quando gli ultrà impedirono ad alcuni giocatori di entrare al campo di allenamento. «Fatto grave che aggiunge tensione ad una vicenda già carica di tensione e per la quale occorre al più presto si trovino elementi di chiarezza e certezza per tutta la città», ha detto il sindaco Leoluca Orlando.
CONTROLLI Nelle prossime ore gli investigatori controlleranno le registrazioni delle telecamere di sicurezza dello stadio e delle strade circostanti per individuare i responsabili. La parte di botteghini interessata dalle fiamme, tra l’altro, non è adibita nè alla campagna abbonamenti nè alla vendita dei biglietti per la gara di Coppa Italia di domenica contro il Francavilla. Si tratta di un altro episodio eclatante che, come tempistica, si incastra nell’aria di protesta che si respira in città da oltre un mese, cioè da quando è saltata la trattativa per la cessione della società da Zamparini a Baccaglini. Malcontento e rabbia contro il patron friulano, iniziati già durante la stagione che ha portato alla retrocessione, hanno fatto registrare un crescendo continuo come mai era accaduto prima in altri momenti difficili della sua presidenza. Un clima che, alla luce di quanto successo ieri, non lascia tranquilli in vista del match di Coppa: si teme che si possano registrare altri fenomeni di protesta. Il che potrebbe fare alzare il livello allerta. Presupposti che rischiano di andare a caricare la partita di un contorno ambientale parecchio caldo.
La Questura monitorerà bene la situazione per allestire eventuali contromisure.
L’INCHIESTA Il contesto è reso ancora più pesante dall’inchiesta della Procura nei confronti di Maurizio Zamparini dalla quale emergono il numero degli indagati, otto, e i relativi nomi: oltre al patron e al figlio Paolo Diego, i commercialisti Anastasio Morosi di Gallarate, Domenico Scarfò di Celle di Bulgheria, Rossano Ruggeri di Cremona, la segretaria di Zamparini, Alessandra Bonometti, il presidente e il consigliere delegato di Alyssa, LucBraune Jean Marie Poos. Le ipotesi di reato vanno dal favoreggiamento personale, alla sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. Per Zamparini, che continua a ribadire la propria onestà, i reati contestati sono di appropriazione indebita e riciclaggio, mentre al figlio quello di autoriciclaggio. Nel mirino c’è la Mepal, la società creata per la gestione del marchio e per la costruzione di stadio e centro sportivo e alla quale è stato venduto il marchio del club, società ceduta poi alla Alyssa. Cessioni che hanno portato soldi alla società e che le hanno permesso di chiudere il bilancio in attivo. Ma secondo i finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria, si tratterebbe di operazioni fittizie”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.