“Un film già visto appena qualche mese fa e un processo da rifare che vede dei colpevoli con tanto di recidiva. La situazione in cui si è cacciato il Palermo non era difficile da prevedere, bastava ricordare come fosse arrivata la salvezza la scorsa stagione: all’ultima giornata per un punto di differenza sul Carpi. Invece, il presidente Zamparini ha deciso di continuare a giocare d’azzardo, con una politica che sta portando verso un dejàvù. Con l’aggravante che i rosanero sono al penultimo posto dopo 13 giornate, a differenza dello scorso campionato. Questa sarà la settimana più difficile, iniziata con una sfuriata del patron all’indirizzo di De Zerbi, dopo la sesta sconfitta consecutiva e una fiducia a termine fino alla gara con la Lazio. Il problema è che l’allenatore, per quanto sarebbe opportuno che anche lui uscisse da alcuni equivoci tattici, è solo l’ultimo dei responsabili. Se si deve fare un processo al Palermo, non si può fare a meno di notare che Zamparini ripete lo stesso cliché da anni: prendere un tecnico per chiedergli di giocare un calcio diverso da quello che pratica. RICHIESTE Dal summit di lunedì in Friuli sarebbe emerso che il numero uno rosanero gradirebbe un cambio di modulo e di uomini, riproponendo lo stesso copione andato in scena con Iachini lo scorso anno. Il problema oggi è ancora più grave, perché il mercato estivo è stato modesto (nemmeno condiviso con Ballardini) e sono andati via pezzi pregiati non sostituiti adeguatamente: Se a settembre si cambiano un direttore sportivo e un tecnico vuol dire che le ragioni del malessere stanno ai piani alti. Come l’idea che ricorrere a un tecnico giovane significhi manovrarlo come un joystick. L’impatto iniziale di De Zerbi aveva fatto ben sperare ma i limiti della squadra sono venuti fuori. Ora bisogna capire che formazione andrà in campo: quella del tecnico o quella ragionata da più teste? REGIA OCCULTA L’altro dato allarmante è l’influenza esercitata sul patron dalla pletora di consulenti sui quali spicca Davor Curkovic, vera eminenza grigia del Palermo oltre a essere il procuratore di 7 giocatori. Una presenza che portò alla rottura con Foschi. Jajalo, Trajkovski, Posavec, Balogh, Rajkovic, Sallai e Nestorosvki sono suoi. Di questi, finora, hanno convinto solo il portiere e il capocannoniere del Palermo. Gli altri o sono ancora troppo acerbi o non sembrano adatti alla A. Il presidente vorrebbe vedere più spesso questi calciatori, in virtù delle plusvalenze da mettere a bilancio, come la scorsa stagione, salvata da quella vecchia guardia che non c’è più. Il film già visto sta anche nell’assistere a un altro caso Gilardino con Diamanti, che Zamparini vorrebbe relegare alla panchina. L’intenzione di correggere l’andazzo con l’inserimento del tutor Simic (proposto da Curkovic), per ora tramontata, è l’ennesima dimostrazione di non voler centrare i reali problemi: squadra da rinforzare e allenatore da far lavorare senza condizionamenti”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.