L’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” si sofferma sul San Tommaso, prossimo avversario del Palermo. Nella primavera del 1978, l’Avellino approdava in Serie A e l’Irpinia ribolliva di passione. A San Tommaso, rione popolare di Avellino, i ragazzi del quartiere fondarono un club per seguire i lupi, e dopo pochi mesi pure una squadra con gli stessi colori e l’obiettivo di far giocare i giovani del porto. Dopo 41 anni, quella squadra si ritrova in D insieme al Palermo. Tutto è partito dalla famiglia Cucciniello e oggi Annino è il DG di una realtà a conduzione familiare: «Merito dell’entusiasmo travolgente del presidente Marco (Cucciniello anche lui, ndr), della fortuna che ovviamente ci vuole sempre, e soprattutto del gruppo di amici che si è creato al timone del club – racconta Annino -. Non siamo retribuiti, abbiamo tutti le nostre professioni, siamo mossi dalla passione». Il budget è risicato, si punta sui giovani e su qualche veterano come Branicki. Sulle casse del club è forse più pesante l’aggravio dato dalle tante trasferte siciliane. Le partite casalinghe verranno giocate al “Partenio” e quest’estate, a causa delle vicissitudini della proprietà dell’Avellino, il club del quartiere ha “rischiato” di diventare la prima realtà sportiva cittadina: «E non ce lo auguriamo – fa Annino Cucciniello -perché siamo tutti grandi tifosi dell’Avellino. Anzi, ci piacerebbe intraprendere qualche forma di collaborazione con loro».