L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sui funerali di Schillaci tenutisi ieri in Cattedrale a Palermo.
Migliaia di persone hanno reso omaggio a Totò Schillaci, figlio illustre di Palermo, ieri mattina nella Cattedrale. Il feretro è stato accompagnato dalla commozione dei cittadini che, dopo averlo salutato alla camera ardente allestita al “Renzo Barbera”, hanno seguito il corteo funebre nel suo ultimo viaggio. L’arcivescovo Corrado Lorefice ha ricordato Totò con parole sentite: «Sei rimasto uno di noi, semplice e umile, e ti sei donato ai ragazzi perché potessero avere una vita migliore e più libera. Hai dato il tuo corpo, il tuo esempio».
Totò, dopo la gloria delle Notti Magiche di Italia ’90, era tornato a Palermo con l’intento di fare qualcosa di utile per la sua città, prendendo in gestione il centro sportivo Ribolla, lo stesso campo dove aveva iniziato la sua carriera da bambino. Schillaci parlava spesso delle sue difficili origini, ricordando come il calcio gli avesse offerto una via d’uscita dalle cattive influenze del quartiere Cep, dove è iniziato il suo addio. Il carro funebre è passato davanti alla casa del padre Mimmo, nel quartiere in cui Totò era cresciuto, accolto da palloncini azzurri e fuochi d’artificio, simboli di un saluto caloroso e affettuoso.
Durante il corteo, una sosta emozionante è stata fatta al centro Ribolla, dove la bara di Schillaci è stata posta al centro di uno dei campetti della sua scuola calcio, circondata dai ragazzi che lui stesso aveva aiutato nel corso degli anni. Sempre disponibile a comprare scarpe da calcio per chi non poteva permettersele, Schillaci non aveva mai dimenticato le sue radici, pur essendo arrivato a grandi traguardi.
Il ricordo del sacrificio e dell’impegno di Totò è stato sottolineato anche da Beppe Bergomi, presente al funerale, che ha evidenziato quanto Schillaci fosse un esempio per i giovani di oggi: «I ragazzi vogliono tutto e subito, ma bisogna faticare. Totò era un esempio in questo». La sua ascesa, iniziata dalla C2 con il Messina fino a diventare capocannoniere del Mondiale ’90, è stata una testimonianza di dedizione e sacrificio.
L’arcivescovo ha paragonato Schillaci a figure simboliche di Palermo come Don Pino Puglisi, il parroco martire della mafia, e ha sottolineato che Totò, con il suo esempio, ha mostrato che la città può e deve cambiare. Il funerale ha visto la partecipazione di tanti palermitani, giovani e anziani, ultras e ragazzi dell’Under 17 del Palermo. Presenti anche rappresentanti delle istituzioni, il presidente della FIGC Gravina, l’ex presidente Matarrese, e la dirigenza del Palermo, insieme a ex compagni di squadra come Bergomi, Giannini e De Agostini.
La famiglia di Schillaci, tra cui la moglie Barbara Lombardo e i figli Mattia, Nicole e Jessica, era visibilmente commossa. Mattia, nato durante le magiche notti del 1990, ha ricordato il padre come un punto di riferimento, dicendo: «Mi ha insegnato a lottare, a superare gli ostacoli con le mie forze».
L’arcivescovo ha chiuso la cerimonia con un ultimo saluto toccante: «Addio Totò, ora ti consegno a Dio».