L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla gara tra Palermo e Lecco.
Nei suoi piedi la magia, ma anche una macchina del tempo che ha riportato il Palermo ai vecchi fasti. Perché di punizioni letali al Barbera non se ne vedevano da tempo. Sono mancati negli ultimi anni anche gli specialisti. L’ultimo in ordine di tempo è stato Nestorovski che però non ne ha mai fatto un marchio di fabbrica. Un piazzato dal limite come quello con cui Leo Stulac ha fatto esplodere il Barbera al 104’ della sfida con lo Spezia, soltanto in pochi nella storia rosanero sono stati in grado di eseguirli. Negli ultimi vent’anni se ne contano appena due che riuscivano a emettere sentenze inappellabili con traiettorie micidiali: Fabrizio Miccoli ed Eugenio Corini. La memoria porta a loro e il fatto che sulla panchina del Palermo sieda una delle due icone dell’ultimo ventennio non è affatto casuale. Perché il “Genio”, allo stesso modo in cui riusciva a tirare fuori perle dalle mattonelle che gli erano più congeniali, l’altra sera ha predetto il gol allo sloveno.
Anche perché con Gomes la concorrenza è agguerrita, soprattutto sotto il profilo agonistico nel quale il francese è ferrato. Corini ha provato a farli coesistere in qualche occasione, ma ultimamente ha messo l’opzione da parte. Stulac ci sta mettendo del suo per mettere in difficoltà l’allenatore. Intanto ha già siglato due gol: l’altro l’aveva realizzato sempre al Barbera, sempre sotto la curva Nord, con la Feralpisalò, su inserimento centrale al limite dell’area. Con lo Spezia è già entrato nella storia con la rete più tardiva di sempre nel campionato italiano e davanti a sé ha ancora tre quarti di stagione per scrivere numeri importanti. L’ultimo acuto potrebbe diventare benzina importante per i prossimi impegni, già a partire dalla gara col Lecco di domenica nelle quale è presumibile che serviranno maggiori geometrie per scardinare una squadra che molto probabilmente verrà a Palermo per alzare barricate, dopo l’importante successo ottenuto contro il Pisa.