L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sugli infortunati in casa Palermo.
Un dato che preoccupa nell’ottica dell’intera stagione, anche alla luce di alcune lungodegenze, come quella di Buttaro per esempio, rimasto fermo dal 28 agosto al 31 ottobre per una distorsione alla caviglia sinistra e una lesione distrattiva di primo grado della giunzione miotendinea del muscolo popliteo della stessa gamba.
Se il problema al muscolo del ginocchio, secondo i report della società, è stato risolto il 17 settembre, quello alla caviglia è durato per oltre un mese. Anche Aurelio aveva osservato un lungo stop durante il precampionato, prima per un sovraccarico muscolare al retto femorale destro che poi si era rivelato una distrazione in fase di guarigione. Un guaio che ha privato il tecnico dell’unico terzino sinistro a disposizione prima dell’acquisto di Lund.
Ipotesi L’andamento non può essere casuale, per quanto ogni squadra fronteggia la scure degli infortuni. Bisogna capire, però, quanti e in che modo avvengono. Il numero elevato di stop incide inevitabilmente sui risultati, basti guardare il Parma delle ultime due stagioni. Vanno ricercate le cause che possono dipendere da tanti aspetti: preparazione atletica (a seconda dei tipi di lavoro effettuati), modalità nel recupero infortuni, superfici di allenamento, alimentazione. Corini tempo fa aveva fatto riferimento a un adattamento ai campi di Torretta (strano, visto che sono nuovi di zecca). Resta il fatto che con una rosa sempre in piena emergenza risulta più difficile uscire da un momento estremamente delicato come quello che sta attraversando il Palermo.