Gazzetta dello Sport: «Palermo da studiare, problema difesa a 4»
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha così analizzato il match perso ieri dal Palermoc ontro il Genoa. Ecco quanto si legge: “La sua giornata più bella non si è conclusa esattamente come l’aveva sognata. Fabio Viviani ci ha messo tutto se stesso, cercando di preparare dalla panchina il terreno per Barros Schelotto, provando pure a mettere in difficoltà Gasperini. «Dobbiamo – spiega alla fine – fare in fretta. C’è un obiettivo preciso che non possiamo perdere mai di vista: mantenere il vantaggio sulla zona retrocessione. Ne siamo ben consci e, proprio per questo, sappiamo che dobbiamo muoverci in fretta». Lui sulla panchina ci si è ritrovato quasi per caso, ma non si è certo tirato indietro. «Abbiamo subito il gol in avvio, ma abbiamo avuto anche il merito di non disunirci. Nel secondo tempo, poi, eravamo risusciti a prendere le misure al Genoa. L’espulsione di Andelkovic ha toccato mai l’argomento riguardante la gestione della strategia della partita. Lui ha incontrato la squadra, ma solo per presentarsi e incoraggiare i giocatori. Io ho cercato di fargli vedere il maggior numero di cose possibile, in modo da consentirgli di acquisire più cono scenze sul Palermo e facilitargli il lavoro futuro. Balogh, ad esempio, avrei dovuto tutelarlo di più, ma volevo metterlo alla prova in prospettiva futura». Viviani ha messo alla prova anche Cristante, titolare in un ruolo difficile, davanti alla difesa: «E mi ha soddisfatto. Per lui non è stato semplice ed ha perso anche qualche pallone, ma ha dato alla squadra quello che gli chiedevo: pulizia, precisione e personalità». Tutto questo, però, non ha portato ad un risultato positivo: «L’idea era chiara: il Genoa aggredisce molto alto, mettendo pressione. Noi dovevamo cercare velocemente la punta, per mandare a vuoto il loro meccanismo e per sfruttare gli spazi che avrebbero concesso in difesa. Proprio per questo avevo scelto come centravanti Djurdjevic, per sfruttare la sua velocità e la capacità di attaccare in profondità. In più ho fatto una considerazione: nell’ultima partita avevamo utilizzato il 3- 4-3, un modulo nuovo per noi, ma non volevo schierarmi in questo modo contro una squadra che gioca, e bene, con il 3- 4-3 da anni. Avremmo potuto pagare il confronto. Putroppo con la difesa a 4 abbiamo sempre dei problemi e lo si è visto nel finale. Ora comunque deciderà Barros Schelotto. Con lui inizierò una full immersion per trasmettergli tutto quello che conosco di questo gruppo»”