L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla gara vinta ieri dal Palermo contro il Bari e riporta le parole rilasciate da Corini.
Oltre l’emergenza, oltre la pioggia oltre il vento. Il Palermo si poggia sulla legge del Barbera e supera ancora una prima della classe, perché il Bari, non sarà partito per puntare alla promozione ma sta lassù con merito. Terza vittoria nelle ultime sette partite, settimo risultato utile consecutivo. Una striscia che si allunga, come quella di Marconi, al secondo cenno dl fila e al terzo acuto in campionato.
Corini ha di che essere soddisfatto nel giorno in cui il suo centrocampo era ridotto all’asso per le assenze di Stulac e Gomes, ha giocato di attesa per chiudere i varchi alle accelerazioni pugliesi, provando a scivolare in verticale sugli esterni verso la porta avversaria con una gara fatta di lotta e sofferenza e di sprazzi in cui ha preso il sopravvento.
La vittoria sul Bari assume un valore importane perché avvicina i rosanero alla zona più nobile della classifica e perché coincide con la seconda sconfitta in trasferta per gli uomini dl Mignani dopo quella di Frosinone. «L’abbiamo preparata con difficoltà a causa di alcune defezioni e devo ringraziare la Primavera per i ragazzi che ci permettono di tenere alto il ritmo dell’allenamento spiega Corini. Sappiamo che il Bari palleggia nella propria metà campo, che potevamo concederglielo e abbiamo corso solo un rischio su un cross deviato. Più andavamo avanti, più facevamo azioni anche molto belle secondo me nel secondo tempo hanno abbassato il baricentro, da qui la palla gol di Cheddira. Mi è piaciuta la personalità, ho dovuto gestire un cambio a centrocampo, avendone soltanto uno in panchina e ho tolto Damiani perché non ha potuto spendere un fallo su un contrattacco Abbiamo creato le premesse, ci abbiamo creduto e alla fine abbiamo vinto».