Gazzetta dello Sport: “Palermo corsaro formula De Zerbi. Solo fuori casa ottiene risultati”

“Fuori casa è un altro andare. Il Palermo che, finora, ha costruito la propria classifica in trasferta, a Marassi è chiamato a confermare l’ anima corsara. Una tendenza iniziata con Ballardini, grazie al pareggio conquistato a San Siro con l’Inter e proseguita da De Zerbi che ha conquistato un punto col Crotone e una vittoria a Bergamo con l’Atalanta. Se c’è un aspetto che viene fuori da questo andamento è che i rosanero non soffrono di paure o di timori riverenziali, come si è visto anche in casa contro la Juventus, sebbene abbia prodotto risultati soltanto lontano dal Barbera.

FASTIDIOSO Il comune denominatore fuori casa, inoltre, è che il Palermo, quando ha incontrato squadre alla ricerca di una identità, ha creato grattacapi. L’Inter alla seconda di campionato col debutto di De Boer davanti al proprio pubblico, dopo la sconfitta col Chievo, doveva rilanciare le proprie ambizioni per capire se poteva iscriversi alla lotta dei piani alti della classifica. E invece ha trovato un Palermo, che nonostante fosse reduce dalla sconfitta con il Sassuolo ha trovato la forza per opporsi. Stesso discorso con il Crotone che si giocava uno scontro salvezza con i rosanero, reduci dalla batosta col Napoli. E anche all’Adriatico gli uomini di De Zerbi, pur andando sotto, hanno riequilibrato il risultato. Tre giorni dopo a Bergamo l’Atalanta, in crisi di risultati, aspettava l’avversario, sulla carta ideale, per rialzarsi. Il Palermo, dopo una gara fatta di lotta e iniziativa, ha pescato il jolly vincente allo scadere.

ESAME DI MATURITÀ Lo schema si ripete anche con la Sampdoria, frastornata e ridimensionata dalle quattro sconfitte consecutive e alla ricerca del riscatto. Il Palermo reduce ancora da una battuta di arresto, stavolta con i bianconeri, arriva però carico di fiducia diverso dopo aver messo in difficoltà la Signora del campionato. De Zerbi vuole continuità e l’ha chiesto ai suoi giocatori. «Abbiamo un risultato da prendere, il nostro miglioramento passa attraverso l’allenamento, l’apprendimento di quello che chiedo e propongo, ma anche dalla convinzione che arriva dai risultati. Dobbiamo fare la partita, giocando organizzati e con cattiveria. Dobbiamo essere una squadra con un segno chiaro di riconoscimento che sono la cattiveria e la voglia, fare in modo che gli avversari non sappiamo come prenderci. Una squadra che sappia giocare, ma che abbia fame, che ti punge quando la tocchi»”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.