L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma su Matteo Brunori e il gol che manca al Barbera.
Riprendersi il Barbera. Il suo dominio, quello che lo ha fatto re nelle ultime due stagioni e lo ha lanciato verso la hall of fame dei marcatori di tutti i tempi del Palermo. Matteo Brunori non vive con questo assillo, ma di sicuro gli manca non aver esultato ancora davanti ai suoi tifosi. Qualcosa che non accade da maggio nell’ultima gara della scorsa stagione, quando con un gol di pregevole fattura sbloccò il risultato con il Brescia.
Un acuto che sem brava avesse aperto le porte dei playoff soprattutto dopo il raddoppio di Tutino a fine primo tempo. La ripresa poi gelò ogni speranza dei rosanero con il 2-2 in rimonta dei lombardi. Quattro mesi e mezzo di silenzio nella sua casa sono tanti, più che altro le tre partite nelle quali non ha posto un suo sigillo, ma sicuramente ha contribuito alla costruzione delle due vittorie con Feralpisalò e Sudtirol.
Perché in questo avvio dirompente di campionato c’è tanto anche del capitano, col suo modo di giocare al servizio della squadra. La tripletta di Venezia è stato il modo più esaltante di rompere il ghiaccio con il digiuno in campionato, ma non c’è stato solo questo nelle prime otto gare dell’italo-brasiliano. Il modo di portarsi dietro gli avversari a beneficio dei compagni di venire fuori per legare la manovra offfensiva si sono fatti sentire. E la nuova veste sulla quale Corini ha iniziato a lavorare la scorsa sta gione, un modo di muoversi che ha fruttato ben 17 gol.