L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla gara vinta ieri dal Palermo contro il Venezia grazie a Brunori.
Era stato troppo tempo ad aspettare. Il digiuno, per uno come lui, non poteva durare tanto. Matteo Brunori, da quando è arrivato in B con il Palermo, non è mai rimasto per 6 partite di fila senza segnare. E così ha aspettato proprio la sesta per scatenarsi, firmando la sua prima tripletta in questa categoria e vincendo la sfida a distanza con Pohjanpalo. Come una bottiglia di champagne agitata per troppo tempo: via il tappo e doccia per tutti. Per la squadra di Corini soprattutto, che vola al secondo posto dietro al Parma con la terza vittoria di fila in trasferta (dopo Reggio Emilia e Ascoli) riscattando nel migliore dei modi la sconfitta in casa con il Cosenza. E bocciando il Venezia, che ha offerto una prova gagliarda ma, quando ha avuto la possibilità, non è riuscito ad andare in vantaggio e ha confermato il trend del campionato, che ha quasi azzerato il fattore campo.
Il Palermo è stato bravo anche a soffrire in avvio di ripresa senza scomporsi, con il leone Lucioni a reggere la baracca con Ceccaroni, e Insigne a tirare su il morale con un tiro dal limite alto di due spanne. A riportare la squadra in vantaggio nel momento più avvincente della serata ci ha pensato Brunori, che prima ha impegnato dalla destra Joronen nella paratona della serata, e poi sull’angolo ha toccato di testa in rete una palla che già stava entrando dopo l’inzuccata di Lucioni: in fuorigioco? La Var ha detto no. A quel punto Corini con i cambi ha protetto la squadra rispondendo alle mosse di Vanoli, che ha giocato il tutto per tutto, arretrando anche Tessmann al centro della difesa, e il suo passo più lento (con quello di Altare) nulla ha potuto sul lancio di Mancuso, che ha pescato Brunori per il tris. Scatenando la festa dei 500 tifosi: questo è un bel mattone per la A.