L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla gara in programma oggi tra Palermo-Bari e la sfida tra Brunori e Cheddira.
Assalto al trono del gol: Massimo Coda – capocannoniere degli ultimi due campionati – è in testa al gruppo degli inseguitori, ma i fuggitivi corrono più forte. E va sottolineato da quanto lontano siano partiti: fino a sette mesi fa, Walid Cheddira e Matteo Brunori erano ancora in Serie C. Stasera si ritrovano l’uno contro l’altro, ancora una volta, in un Palermo-Bari denso di ambizioni.
I gol Cheddira è a quota 12 in campionato dopo la doppietta al Parma, ma luccica ancora di più il dato stagionale: 17 gol in altrettante partite, Coppa Italia compresa. Ha respirato forte l’aria del Mondiale – pagando anche un po’ l’emozione, tra le pagine della favola del Marocco – ma dal volo di ritorno è sceso così come era decollato: concentrato sul Bari (nonostante le sirene del mercato, che lo vogliono destinato al Napoli) e più che mai produttivo. Senza mai aver sofferto l’adattamento a un campionato per lui nuovo. Brunori – che invece la B l’ha ritrovata, dopo anni in cui per lui era sembrata troppo – è l’altro attaccante in doppia cifra: i suoi 10 gol, però, sono arrivati giocando sei partite in più del marocchino (complice proprio la trasferta in Qatar), però anche lui ha meritato una chiamata in Nazionale nello stage di Mancini.
Se Cheddira segna un gol ogni 97’, al centravanti rosanero ne servono (in media) 177. E i portieri li hanno anche limitati, se si pensa che entrambi primeggiano – alla pari, a quota 27 – nella classifica dei tiri diretti nello specchio (per Brunori 60 in 20 giornate). Ad accomunarli c’è anche la capacità di contribuire in senso assoluto al fatturato offensivo. Cheddira, contando i 4 assist, ha presenziato in 16 gol sui 34 del Bari. Nei dati di Brunori, autore di 3 passaggi vincenti, sale invece la percentuale di incidenza interna: in più della metà dei gol del Palermo (13, tra gioie personali e assist, su 22) c’è il suo zampino. Una dipendenza forse troppo stretta, una responsabilità da condividere. Ecco perché è arrivato Tutino…