L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla gara pareggiata ieri dal Palermo contro il Cittadella.
Un pari che serve poco a due squadre che hanno dimenticato come si vince e per le quali l’ultimo acuto risale alla quinta giornata. Tra Palermo e Cittadella chi può forse accontentarsi sono gli uomini di Gorini, arrivati al Barbera in piena emergenza con cinque defezioni eccellenti (Branca, Danzi, Baldini, Asencio, Felicioli), e per questo costretti ad abbandonare lo storico 4-3-1-2 per risistemarsi con un 4-2-3-1, con Embalo e Varela sulla stessa linea di Antonucci dietro a Tounkara. Corini è ripartito dal dagli uomini che avevano sfiorato la vittoria con il Pisa nel segno di una continuità che, però, non ha portato alla svolta per uscire dalla zona rossa della classifica in cui il Palermo è piombato.
E stata una partita tirata, giocata sui nervi da entrambe le parti con l’attenzione a sbagliare il meno possibile invece di forzare la giocata. La mancanza di successi da un mese e mezzo ha avuto un peso psicologico su due formazioni in cerca di fiducia. Ai punti, i rosanero posso avere qualche rammarico in più per il palo centrato da Valente su punizione dal limite alla mezz’ora della ripresa. Complessivamente il Palermo ha inquadrato di più la porta di Kastrati. Alla fine il Cittadella torna a casa limitando una situazione difficile, mentre il Palermo è uscito dal campo tra i fischi del Barbera.