Gazzetta dello Sport: “Ora tesserare calciatrici è d’obbligo. La svolta: i club di A e B devono ingaggiare almeno 20 under 12, pena una multa – i dettagli”

Immaginate la gioia di un genitore, che sperava in un figlio maschio per vederlo diventare campione con la propria squadra del cuore. Fino a qualche mese fa, con una femmina, sarebbe stato impossibile: scorrendo tra i requisiti per ottenere le Licenze Nazionali Figc (indispensabili per le iscrizioni ai campionati) c’è invece una novità non da poco. Titolo III, Criteri sportivi e organizzativi, punto E: «l’impegno a tesserare, per il proprio settore giovanile, almeno 20 calciatrici Under 12». Quest’anno, l’obbligo è ristretto alle società di Serie A e B (nel 2016-17 lo sarà per la Lega Pro, nel 2017-18 per la D e nel 2018-19 per l’Eccellenza), ma è solo la prima tappa di un percorso che, nel programma della Figc, dovrebbe portare in pochi anni i club ad avere un vivaio completo, dalla scuola calcio alle Allieve. EUFORIA Raccontano di come l’entusiasmo di papà e figlie stia crescendo settimana dopo settimana, e che le società – dopo aver chiuso le iscrizioni per questa stagione – siano già al lavoro per prepararsi a un’«invasione» che andrà oltre le 20 nuove tesserate previste dalla norma e che, in caso di mancata osservanza, viene punita con una multa non inferiore a 40.000 euro. «Indossare la maglia dei club maschili fa la differenza, ma la fa anche l’organizzazione di una società professionistica», spiega Roberta Antignozzi, coordinatrice dell’attività del Milan. Le rossonere si allenano al Vismara, dove giocano anche le giovanili maschili: hanno a disposizione un medico e lo psicologo in ogni allenamento, curano l’addestramento tecnico «ma non ci stanno a perdere». La Roma, all’Acqua Acetosa, ha affidato il lavoro a Maria Iole Volpi (che in realtà gioca ancora, in B), a Bologna lavora Daniela Tavalazzi, ex bandiera della Nazionale come Tatiana Zorri, ora allenatrice del San Bernardo Luserna (Serie A), società con cui la Juventus ha stretto una collaborazione, che ha portato le Under 12 bianconere ad allenarsi all’Orione Vallette di Torino dopo l’Open Day a Vinovo. IN TUTTA ITALIA La Figc ha introdotto l’obbligo, «ma le società ci credono davvero, non lo fanno solo per evitare la multa». Martina Angelini, che commenta il calcio femminile su Eurosport, è la responsabile per il Livorno: «Storicamente, le bambine cominciano a giocare a calcio a 10-11 anni, le straniere a cinque. Ora guardo le “mie” bambine di sei e le considero fortunate, perché possono iniziare prestissimo. I genitori sono emozionati e più convinti che il calcio sia un gioco anche per femmine». Si può crescere pure a livello culturale: «Con le bambine abbiamo giocato contro quelle dello Spezia: le tifoserie sono rivali, ma in campo è fuori è stata una partita come tutte». A fine ottobre, la prima partita dell’Under 12 del Genoa è stato un derby contro la Samp. Alle baby-calciatrici, ma anche ai genitori, sarà sembrato di sognare”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.

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Giulia Nasca