Gazzetta dello Sport: “Nestorovski affonda Gasp e l’Atalanta, quarto k.o. e tanti fischi per i nerazzurri penultimi”
“Dopo cinque giornate non si può parlare di Serie B, eppure era di questo che discutevano ieri sera i tifosi dell’Atalanta. La prestazione scialba e la sconfitta contro il Palermo hanno scatenato rabbia e fischi. Il gol di Nestorovski, in realtà, non sposta di una virgola il giudizio sulla prova dell’Atalanta: non sarebbe bastata tutta la notte, forse, per vedere un gol dei nerazzurri. E’ vero che Posavec ha meritato applausi in un paio di occasioni, ma la produzione offensiva è stata troppo scarsa. E la difesa continua a prendere gol: ecco perché i tifosi parlavano di Serie B. CAMBIAMENTI A settembre ovviamente non possono esserci sfide decisive, ma anche all’inizio dei grandi giri ci sono tappe delicate che possono indirizzare il resto della corsa. Ieri Atalanta e Palermo non potevano sbagliare, verbo che però aveva due significati differenti: i nerazzurri erano costretti a vincere per invertire la tendenza, placare la perplessità dell’ambiente e mostrare i primi frutti del lavoro di Gasperini; i siciliani, invece, dovevano evitare di perdere per non staccarsi troppo dal quartultimo posto e perché un secondo pareggio consecutivo in trasferta (dopo quello col Crotone) avrebbe dato un prezioso senso di continuità. La delicatezza del confronto è stata evidenziata anche dalle scelte degli allenatori che rispetto all’ultimo incontro hanno cambiato non solo parecchi titolari (5 per Gasperini, 4 per De Zerbi), ma anche il modulo: l’Atalanta è passata dal 3-5-2 al 3-4-2-1 mentre il Palermo ha virato dal 4-3-3 al 3-4-2-1. Una partita a scacchi, insomma: vince chi muove meglio le pedine, vince chi sorprende l’avversario. LABORATORIO E alla fine ha vinto il Palermo, un po’ per caso perché il gol di Nestorovski (girata al volo su corner di Jajalo) è stato un lampo nel buio favorito dalla dormita di Masiello, ma senza rubare nulla. De Zerbi ha chiesto ordine e chiusura degli spazi e i suoi giocatori hanno risposto bene: all’Atalanta è stato concesso il minimo sindacale. Gasperini, conscio delle difficoltà nella costruzione, aveva ideato una squadra liquida: il 3-4-2-1 di partenza era solo un’impronta sulla sabbia, che poteva essere modificata facilmente. Konko, teorico centrale di destra, era spesso libero perché Toloi e Masiello bastavano per occuparsi del solo Nestorovski. Così quando l’ex laziale e Dramè componevano con i due centrali una linea a quattro, D’Alessandro e Gomez si affiancavano a Pinilla per un più normale 4-3-3. Se invece era Kessie ad aggiungersi alle punte, Spinazzola stringeva un po’ verso il centro e si formava un 3-3-4 decisamente offensivo. Tanto studio e tanto lavoro per Gasp, che però nel primo tempo doveva accontentarsi di un tiro di Masiello e poco altro: l’imprecisione degli esterni rendeva vano il gran lavoro di Pinilla. Il Palermo, invece, puntava sulle ripartenze di Diamanti, che al 17’ creava l’occasione più grossa con un assist per Rispoli: l’esterno destro centrava il palo e Hiljemark calciava fuori sul rimbalzo. Chochev seguiva da vicino Kessie, limitandolo molto, Bruno Henrique gestiva il pallone, Nestorovski provava a far salire i compagni e Hiljemark spuntava all’improvviso sulla trequarti. TROPPO POCO Nella ripresa Gasperini ha cambiato ancora, inserendo Kurtic e passando al 3-4-1-2 ma le uniche palle-gol sono nate da giocate di Pinilla (taglio per D’Alessandro che scheggia la traversa) e Spinazzola (cross per Gomez, bravo Posavec). Troppo poco, anche perché nel finale il Palermo ha trovato il coraggio per uscire con più incisività: Goldaniga e Rispoli non hanno sfruttato due assist di Diamanti. Uscito Alino, sembrava che il Palermo avesse deciso di accontentarsi. Invece è arrivato il gol di Nestorovski. E mentre a Bergamo parlano di Serie B, a Palermo aspettano la Juve col sorriso sulle labbra.”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.