L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sui gol del Palermo in casa, ma non solo.
Cinque vittorie consecutive in casa, un record eguagliato che resisteva da vent’anni. Ma an che un effetto Barbera ritrovato. Per riedificare la fortezza inespugnabile di un tempo al Palermo, però, sono serviti dei mattoni speciali: un numero di gol consistente. Già, perché la solidità interna non è stata ritrovata subendo poco, ma incrementando la produzione offensiva. E il quantitativo di reti realizzate dai rosanero è stato davvero notevole.
Nelle ultime cinque gare interne, infatti, gli uomini di Corini hanno messo a segno 16 reti. un rendimento devastante con una media 3,2 gol a partita. La particolarità è la ricorrenza del 3 perché per ben due volte per vincere hanno avuto bisogno di piazzare almeno tre centri, uno score che nell’arco delle cinque gare si è ripetuto per quattro volte, naturalmente con modalità diverse.
Regola del tre. La tendenza alle tre reti all’attivo era già emersa in trasferta a Parma e a Como, lì però il massimo sforzo aveva prodotto soltanto due pareggi ma non si era ancora materializzata al Barbera con una certa frequenza fino alla sfida con il Pisa {prima soltanto un caso alla seconda giornata con 113 0 alla Feralpisalò). Dal Pisa in poi, il Palermo in casa si è trasformato in una macchina da gol in cui ha esibito una capacità incredibile. Con i toscani e la Cremonese, tanta prolificità è servita a vincere di misura entrambi i match sono finiti 3-2), ma con Bari e Modena sono stati l’emblema di un sano cinismo con due 3-0 che hanno dato vigore oltre che alla classifica anche all’autostima dei rosanero.