“Un Donadoni bis in azzurro: più che suggestione, ipotesi ragionata. Perché c’è almeno un vantaggio – se tale si può definire – in una così prematura, o comunque anticipata, certezza della separazione Conte-Nazionale dopo l’Europeo: ci sarà più tempo per prepararne la successione. Tempo per valutare pro e contro dei vari candidati e per sondare le reali possibilità di affidargli un incarico affascinante ma anche delicato come quello di c.t. PANORAMICA Proprio perché è impensabile che la federazione si faccia trovare impreparata di fronte ad una scelta così importante, è logico ipotizzare che una panoramica sia già iniziata, seppur a livello di semplici valutazioni. E diversi indizi oggi portano a credere che un’idea più delle altre abbia un indice di gradimento in crescita: Roberto Donadoni. Anche se non c’è stato ancora nessun contatto diretto, neppure a titolo di sondaggio esplorativo. Ci sarà il tempo – ma neanche così tanto – di farne, nel caso. Di sicuro l’attuale guida del Bologna piace come uomo e come allenatore e, particolare che non guasta, ha un passato su «quella» panchina. Facile ripensare ad un Europeo abbandonato dopo aver perso soltanto ai rigori contro una Spagna che si preparava a dominare ovunque: grazie a quella parentesi di due anni, Donadoni conosce già difficoltà e incognite di un mestiere che è molto particolare (e Conte ha dovuto capirlo presto). UOMO E ALLENATORE Da allora c’è stata una crescita ulteriore. E’ maturato ancora l’uomo: l’avventura (in ogni senso) di Parma lo ha fatto apparire solido moralmente e le difficoltà affrontate anche prima, a Napoli e Cagliari, hanno messo in evidenza un carattere sostanzialmente stabile. Ma con l’esperienza è migliorato anche l’allenatore, che a Bologna sta dimostrando di saper fare giocare bene una squadra con la forza di un concetto fondamentale: la massima valorizzazione di tutti i giocatori attraverso il massimo sfruttamento delle loro qualità. Una caratteristica fondamentale per un tecnico che dovrebbe adeguarsi ad essere più selezionatore che allenatore. LE DIFFICOLTA’ Per tanti pro, l’idea-Donadoni dovrebbe fare i conti anche con delle difficoltà oggettive. Il tecnico non ha mai nascosto il peso che hanno avuto nella sua carriera i due anni in Nazionale: un’esperienza che lo ha reso più forte, ma anche una ferita – l’addio in sé, ma soprattutto il modo in cui maturò – che ha richiesto tempo per rimarginarsi. Ma se quel passato può considerarsi alle spalle (e essere richiamato in Nazionale sarebbe anche una rivincita per quella separazione traumatica) e se un futuro all’estero è una prospettiva allettante, ma nel caso ancora rinviabile, altrettanto peso può avere il suo presente: il coinvolgimento nel progetto-Bologna di Saputo è molto forte. E lo sarebbe il richiamo di club d’élite colpiti dal suo lavoro di quest’anno, al di là delle disponibilità economiche che la federazione può garantire al futuro c.t. grazie al contributo dello sponsor. L’ALTRO IDENTIKIT Per questo nel prossimo mese saranno valutate anche strade alternative. E un altro identikit di allenatore con certe caratteristiche è quello di Giampiero Ventura: insegnante di calcio e tecnico di grande esperienza, abituato a navigare anche in mari difficili e gestore di uomini prima che di calciatori. Cairo ha manifestato la volontà di tenerselo stretto, ma non è così impensabile che il presidente del Toro consideri l’ipotesi di un’apertura di fronte alla prospettiva di favorire il suo tecnico, che vedrebbe la Nazionale come ideale chiusura del cerchio della sua lunghissima carriera”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.