Gazzetta dello Sport, mosse Sky sui diritti tv: “Tra i contatti il Governo Renzi. Nel giugno 2014 attività di lobby per arginare Infront e Mediaset, poi la «pace»”
“Sette giugno 2014: il Mondiale in Brasile non è ancora iniziato, ma la preoccupazione maggiore dei vertici di Sky Italia non è sull’evento televisivo più visto al mondo, nonostante le molte partite in esclusiva trasmesse sul satellite. No, è la partita sui diritti tv della Serie A 2015-18 a togliere il sonno. Il contesto è il prequel di quello che si sarebbe consumato dopo: secondo l’Antitrust, un accordo restrittivo della concorrenza tra i due nemici (Sky e Mediaset). Ma prima infuria la «battaglia». Da una parte c’è l’advisor della Lega Serie A (Infront) che secondo Sky sta giocando sporco, alterando le regole per favorire Mediaset. Una tesi sposata anche dalla procura di Milano nell’inchiesta che vede indagati tra gli altri Marco Bogarelli (presidente di Infront Italy) e alcuni manager di Rti per concorso in turbativa d’asta e turbata libertà d’incanto. Ma l’ingresso dei pm in questa storia è successivo. LOBBING A pochi giorni dal Mondiale i giochi si sviluppano con incontri, mail, pressioni mediatiche, pareri di professori di diritto e anche aiuti politici. Insomma, una classica attività di lobbing tra giganti. In palio c’è la torta chiamata Serie A con tutto quello che ne consegue in termine d’immagine e potere economico. Dopo l’apertura delle buste si assiste a una lunga fase di impasse. Sky ha presentato le offerte più alte sia sul satellite (pacchetto A) sia sul digitale (B) pregustando l’esclusiva del campionato, ma Lega e Infront la pensano diversamente: invocano la regola del no single buyer e sono solleticati dall’offerta monstre di Mediaset per il pacchetto D, che scatta solo se al Biscione va uno dei due pacchetti principali. Sky non resta a guardare e cerca sponde. Anche molto in alto. Il 7 giugno Matteo Mammì, manager di Sky, in una mail (allegata agli atti del l’istruttoria aperta dall’Antitrust) informa i vertici aziendali di un faccia a faccia particolare che, in modo indiretto, chiama in causa il premier Matteo Renzi. Così Mammì: «Incontro con Bonaccorsi (deputata del Partito democratico, ndr): molto bene, è allineata su ogni dettaglio. Ci aiuterà, stasera ne parla con MR (Matteo Renzi, chi altri?, ndr) e Lotti (sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ndr). A loro interessa aspetto sistemico e l’immagine all’estero. Da concordare con lei prossimi passi dopo che ha parlato con MR». Da notare che la Bonaccorsi in queste settimane si sta occupando di redigere una proposta di legge che vada a riformare la Melandri, cioè proprio la disciplina che regola la vendita dei diritti tv. Ma torniamo al giugno 2014. CLUB Nella mail si fa notare come «Agnelli (il presidente della Juve, ndr) pare essere poco aggressivo e allineato all’idea di non correre rischi di rifare il bando…» con Baldissoni, d.g. della Roma, pronto secondo Sky a far causa a Infront per un quesito da sottoporre all’Antitrust. Il giorno dopo altra mail. Questa volta scrive ai suoi capi Davide Tesoro Tess, altro manager di Sky, lo stesso che stilerà un «libro dei sogni» per gestire al meglio l’offensiva: «Mi ha richiamato Monti (Riccardo, presidente dell’Agenzia commercio estero, ndr) che ha visto Calenda (da poco nominato nuovo rappresentante dell’Italia a Bruxelles, ndr) e parte stasera con MR per l’Asia. Conferma la massima attenzione… Dalla loro hanno “solo” la moral suasion, ma nel frattempo lui chiamerà Beretta (presidente della Lega A, ndr) per far presente che la questione è molto diversa da come la raccontano Bogarelli e Brunelli (d.g. Lega, ndr)». ANTITRUST Uno spaccato molto significativo di come la questione dei diritti televisivi della Serie A, che pesa per quasi un miliardo di euro all’anno solo per la pay tv domestica, non sia solo una questione sportiva. Sky in quei giorni fa altre mosse per scongiurare una sconfitta dovuta a un advisor «schierato e che calpesta le regole». E siccome in quei giorni c’è anche il timore un possibile intervento dell’Antitrust a dirimere la questione dei pacchetti A+B in capo a Sky, ecco che il 9 giugno Luca Sanfilippo, responsabile della struttura legale, spiega: «Ho parlato con il segretario generale e consigliere giuridico del presidente Agcm: gli ho dato warning, non si dovrebbero muovere con dichiarazioni fino a quando non sono investiti formalmente…». Le grandi manovre continuano nei giorni successivi, tra i manager Sky gira anche un elenco delle persone considerate «sensibili» alle loro ragioni: politici, dirigenti di Coni e Figc e persino giornalisti da avvicinare in modo da tentare di far passare messaggi diversi a quelli della coppia Infront-Mediaset. Uno scontro tra poteri, un testa a testa che dura fino al 26 giugno: l’Italia di Prandelli da 2 giorni è stata eliminata dal Mondiale. Il presidente della Figc, Abete, si dimette insieme con il c.t., mentre Sky e Mediaset trovano la via d’uscita sui diritti tv: alla prima tutto il campionato di A, alla seconda le partite delle big. Una via d’uscita che secondo l’Antitrust non sarebbe in regola. Questo è un capitolo ancora aperto, come quello della procura di Milano. Con possibili colpi di scena”. Questo è quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.