Gazzetta dello Sport: “Milan, quante nubi sul closing. E se alla fine restassero tutti?”

Il count­down verso il fatidico 13 dicembre, data annunciata per il closing della vendita del Milan ai cinesi, scorre inesorabilmente e più si avvicina l’ora X più le nubi si addensano sull’operazione, anziché diradarsi. Sembra un paradosso ma è così. Il fatto che non siano ancora arrivate le autorizzazioni di Pechino per il trasferimento dei 420 milioni necessari all’acquisto da parte del fondo d’investimento Sino­Europe Sports (dopo i 100 versati come anticipo) ha alimentato una serie di dubbi, sfociati nelle dichiarazioni di Berlusconi. Ma non è soltanto questo. È la natura stessa dell’operazione suggellata nel preliminare del 5 agosto ad aver adombrato perplessità che adesso, proprio a ridosso del closing, stanno tornando a galla: il regista dell’acquisizione, Li Yonghong, non è un personaggio di primo piano della finanza cinese, non pare avere una consistenza patrimoniale adeguata ed è praticamente sconosciuto da quelle parti; l’acquirente non è una realtà industriale o un businessman noti, ma un fondo d’investimento che tradisce la natura finanziaria, speculativa dell’affare Milan; i nomi degli investitori non sono ancora stati rivelati a Fininvest, con una sfilza di colossi cinesi prima presenti in lista e poi scomparsi e con la sola conferma dello stesso Li Yonghong e di Haixia Capital, che non è un fondo di Stato bensì è controllato al 40% dalla provincia di Fujian.

SNODO Dalla Sino­Europe Sports al momento continua a trapelare serenità e si preparano alla data individuata per il closing rassicurando Fininvest che tutto andrà in porto. Anche da Fininvest peraltro non filtra preoccupazione, ma semplicemente attesa per lo sblocco dei capitali. Le autorizzazioni non sono ancora arrivate ma, allo stesso tempo, Sino­Europe non ha chiesto proroghe. Almeno, non ancora. Nel caso in cui questo avvenisse una dilazione potrebbe essere concessa, ma soltanto in presenza di adeguate garanzie e comunque per un periodo temporale indicativamente non superiore al mese. Uno scenario che comunque le controparti non hanno per ora affrontato. Di certo la prossima settimana sarà uno snodo cruciale: occorre che i cinesi producano qualche evidenza, che si tratti di nomi o di denaro. Se la situazione restasse quella attuale, sarebbe un’impresa al limite del possibile riuscire a chiudere per il 13 dicembre.

CICLO Il tutto mentre Berlusconi è tornato in contatto con Mr. Bee, che ha trascorso la settimana fra Napoli e Milano e si è sentito telefonicamente col presidente rossonero. Semplici saluti, da quel che filtra, ma chissà quanto casuali. Silvio, dal canto suo, sa bene che se arriva il denaro cinese il closing andrà in porto. Perché tutto è predisposto. Ma in questi giorni chi gli sta vicino lo segnala nuovamente molto contrariato all’idea di lasciare. Perché devo vendere?, è la frase che ricorrerebbe di più. A scontrarsi sono l’aspetto emozionale e quello burocratico. Pare una coincidenza ma ieri in Lega, davanti ai colleghi di Serie A, Adriano Galliani è apparso visibilmente ringalluzzito. Si era già immaginato un futuro lontano dal Milan, tanto da prendere in considerazione l’ipotesi di tornare a fare il presidente di Lega, ma l’a.d. rossonero rimane non solo focalizzato sulla squadra ma anche, in qualche modo, rigenerato dalla prospettiva non troppo remota di restare in un club che potrebbe aver aperto un ciclo fatto di giovani e di italiani. A più di un interlocutore, ieri in Lega, Galliani avrebbe fatto qualche battuta lasciando intendere che il closing non è poi così scontato. Perfettamente in linea con le sensazioni di Berlusconi. Tocca a SinoEurope diradare i dubbi“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.