“C’è stato un momento, già durante l’estate scorsa, in cui Balotelli pensava alla Francia: Mario aveva scelto di rimettersi in gioco nel Milan con l’obiettivo di tornare un grande attaccante e magari di meritare la Nazionale che in Francia si sarebbe giocata l’Europeo. Mario e Mihajlovic, l’allenatore rossonero che si era esposto in favore del clamoroso ritorno, si erano incontrati in un parcheggio a Firenze e chiusi in un van si erano scambiati reciproche promesse. Sinisa lo avrebbe accolto in squadra, Balo avrebbe smesso i panni del bad boy. E al Milan, Mario, si è in effetti normalizzato: nessuno scandalo, l’uso social quasi sempre ridotto a messaggi positivi, il tentativo sincero di recuperare il rapporto con la figlia Pia. Nelle stesse settimane anche in campo Mario diventava come gli altri, o anche qualcosa in meno: una lunga assenza per pubalgia e un solo gol in campionato. Pochissimo altro, nonostante il Milan gli chiedesse un segnale per convincersi a confermarlo: una traversa colpita col Frosinone che faceva pari con l’ingresso svogliato di Mario con il Genoa, quando a fine gara Mihajlovic fu trattenuto prima che gli si scagliasse contro. ENNESIMO RISCATTO Balo ha così fatto ritorno al Liverpool, penultima tappa di una carriera in discesa. Subito scaricato anche da Klopp: «Qui non c’è posto per Mario, deve trovarsi un altro club». E in tanti sembravano volerlo: Besiktas, Ajax, Chievo, Crotone, Pescara, Manchester United, Palermo, Crystal Palace, Everton, QPR, Sunderland, Wolverhampton e ultimamente più di tutti il Palermo. Se si esclude Mourinho la lista delle pretendenti non è di primissima fascia, ormai adeguata alla nuova condizione di Mario, ex enfant prodige. Balo lo era quando esordì diciassettenne nell’Inter o quando nel 2010 venne ceduto al City per 28 milioni di euro, quando nel gennaio 2013 fu il Milan a puntare su di lui per la Champions o quando in Nazionale mostrava i muscoli dopo la doppietta alla Germania. Ogni tappa era però segnata da altrettante follie: la maglia nerazzurra gettata sprezzante a terra dopo InterBarcellona, semifinale Champions, per i fischi ricevuti e quella rossonera, regalo dell’inviato di Striscia la Notizia, infilata pensando di non esser visto. In Inghilterra la lite in campo con Mancini, che lo strattona, le freccette sui ragazzi delle giovanili, la villa incendiata. Diverse altre sciocchezze distribuite qua e là hanno creato l’immagine dell’irrecuperabile bad boy. Solo ultimamente Mario è diventato uno qualunque: fuori e in campo. Nizza è la probabile conseguenza: una squadra normale per provare, l’ennesima volta, a tornare super.”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.