“Quando a fine novembre Gattuso ha ereditato la panchina rossonera ha raccolto anche una serie di incoraggiamenti. La società ha provveduto a rendergli subito la sedutapiù stabile. L’a.d. Fassone: «Gattuso non è un tappa buchi e non è solo un allenatore delle giovanili promosso in prima squadra. E’ molto di più». Il d.s. Mirabelli: «Rino saprà trasmettere non solo il Dna del Milan ma anche concetti di calcio che a me piacciono tantissimo». Il direttore sportivo si era descritto «convinto» il mese scorso e «convintissimo» della scelta solo qualche giorno fa, dopo che l’impatto di Rino sul campionatoe ra statomolto meno entusiasmante del primo giorno di lavoro a Milanello. Entrambi i dirigenti non hanno descritto Rino come un traghettatore ma hanno comunque ammesso la necessità di «tirare le somme a fine stagione»: visto che il mare rossonero resta agitato è normale guardare se altrove esiste la possibilità di un porto sicuro. IPOTESI MANCINI Sulla squadra è già stata investita una somma ingentissima di denaro e certo non verrà rivoluzionata. Più semplice, come già successo, identificare un nuovo eventuale timoniere. Rino avrebbe tempo per formarsi a pieno e intanto il Milan verrebbe affidato a un allenatore più esperto e di fama: Roberto Mancini, ora tecnico dello Zenit, risponde a questi e altri requisiti. Di certo ha una storia più lunga di quella di Gattuso, fatta anche di successi in Italia e all’estero: Inghilterra, Turchia. Mancini ha un nome spendibilissimo anche più lontano, magari in Cina, dove la proprietà del Milan è interessata anche all’aspetto commerciale e di sviluppo del brand: Mancio vanta di certo un buon appeal. Tra le cose che giocano a suo favore anche un rapporto consolidato con Fassone e Mirabelli ai tempi dell’Inter.[…]”. Questo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport”.