Gazzetta dello Sport: “Ma quanti ribaltoni in B: «E’ cambiato il calcio». Ecco i pareri di Aglietti, Breda e Cosmi”
“Non è un campionato per cuori deboli. Nelle prime 9 giornate ci sono state 17 partite cominciate in un modo e finite in un altro, con ribaltoni sempre entusiasmanti. E non parliamo di quelle gare dall’andamento simile a Entella-Empoli di lunedì (0-2, 2-2,2-3), emozionanti ma finite come erano state avviate. Restiamo ai ribaltoni veri e propri. La Salernitana è la squadra che è riuscita a rimediare più volte a gli approcci sbagliati: in tre occasioni è andata sotto 2-0, due volte ha pareggiato e l’ultima ha vinto 3-2. E’ successo domenica contro l’Avellino, che in tutta la B è la squadra più imprevedibile: due volte è andato sotto e poi ha vinto, altrettante è scattato e poi ha perso. Insomma, potrebbe sembrare un campionato zemaniano, e in effetti il Pescara del boemo tre bei ribaltoni ce li ha fatti vedere. Ma non è stato il solo. Perché? LE OPINIONI Ne parliamo con qualche tecnico. Alfredo Aglietti, lunedì spettatore a Chiavari, anche lui è colpito da questi colpi di scena: «Normalmente una squadra, quando va in vantaggio, tende a chiudersi, mentre una che va sotto tenta il tutto per tutto per rimediare. In più oggi vedo squadre che, se messe sotto pressione, perdono lucidità e commettono errori, faticano a gestire la palla. E poi capita di vedere squadre che rinunciano a ripartire, si chiudono a difendere il vantaggio e basta: questo regala forza a chi deve recuperare». Diversa la chiave di lettura di Roberto Breda: «Nel processo di sviluppo del calcio italiano, siamo passati da una fase in cui la tattica era predominante: si studiava l’avversario e si cercava di ragionare di conseguenza. Adesso non è più così, si cercano di più il possesso palla, la costruzione e lo sviluppo del gioco, con squadre che si chiudono meno. E giocando, proponendo, attaccando, arrivano anche molti gol in più». Serse Cosmi infine la vede così: «La mentalità sta cambiando, prima si considerava chiusa una gara sul 2-0, ora no. Un po’ perché non si sanno più gestire i risultati, un po’ perché i tanti allenatori debuttanti hanno più incoscienza, sono portati più ad attaccare che a portare a casa i tre punti». CONCLUSIONI Solo due squadre non sono mai state protagoniste o vittime di questi ribaltoni. Sono Bari e Venezia, le squadre allenate dai campioni del mondo Fabio Grosso e Pippo Inzaghi, due dei tanti debuttanti. Non che le loro gare siano state più piatte delle altre, anzi: nell’ultimo turno il 2-2 a Vercelli e il 3-3 ad Ascoli sono stati rocamboleschi, ma non si tratta dei ribaltoni in questione. Anche per loro (più per il Bari che per il Venezia) vale il principio che lega le altre: la costruzione del gioco prevale sulla speculazione del risultato. Una cosa tipica a inizio stagione, certo, ma stavolta più evidente. Forse perché i tanti tecnici al debutto si vogliono mettere in mostra, forse perché la classifica così corta dice che vale la pena rischiare per portare a casa qualcosa. Chi vede le gare dalle tribune o in tv, sentitamente, ringrazia”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.