Gazzetta dello Sport: “Ma non chiamatela panchina, così il Palermo decolla”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulle riserve del Palermo che non sono riserve.

È una panchina mobile, che balla e fa ballare. Perché diverte e si diverte. Poca importa se i minuti a disposizione siano pochi, l’importante è il risultato. E quelli che subentrano, in effetti, lasciano il segno. Chiamarle seconde linee nel Palermo di quest’anno risulterebbe più che riduttivo, dal momento che i giocatori che possono entrare a gara in corso sono gli stessi che hanno vestito la maglia da titolare la partita precedente.

È accaduto spesso, succederà ancora. Corini i suoi 22 titolari di movimento li sta intendendo così, in una rotazione che non esclude nessuno a priori e coinvolge tutti, anche se qualcuno ancora attende il suo momento, ma sono davvero in pochi. L’esempio più calzante di questa impostazione è Henderson, subentrato con il Südtirol e titolare con il Modena. Nelle due versioni lo scozzese ha determinato ugualmente, attraverso un assist con gli altoatesini, con un gol in Emilia. Un trend che si estende e sta diventando abbastanza caratterizzante.

Meglio di un anno fa Rispetto alla scorsa stagione, inoltre, Corini ha già migliorato il rendimento, visto che in 38 gare la panchina aveva fruttato 5 reti e 3 assist. La forza di un organico notevolmente potenziato consente all’allenatore di voltarsi indietro e trovare maggiori soluzioni rispetto al campionato scorso, nel quale le frecce a disposizione del tecnico rosanero erano davvero poche. La musica è cambiata, quindi, grazie a uno spartito decisamente differente che può consentire all’allenatore bresciano di impostare praticamente più gare nella stessa partita, agendo ancora meglio in via preventiva a seconda dei risvolti che può riservare l’andamento dei vari match.

Coperta lunga Un vantaggio in più anche nei confronti dei gli infortuni, evidentemente, che in questo momento non hanno inciso più di tanto proprio in virtù della profondità dell’organico. Basti pensare all’assenza di Di Mariano, per esempio, fuori da quasi un mese, che la scorsa stagione si è fatta sentire quando l’attaccante palermitano si è dovuto arrendere per un problema al menisco esterno proprio nel momento del rush finale per agganciare i playoff che poi, infatti, sono sfuggiti. In quella circostanza, Corini fu anche costretto a cambiare modulo e passare alle due punte. La situazione oggi è cambiata diametralmente e gli effetti si stanno vedendo.