L’edizione odierna de “La Gazztte dello Sport” ripercorre la lite di ieri tra Mancini e Sarri, con le parole dei due tecnici: “Nasce tutto dal quarto uomo Di Bello. Ma di bello non c’è stato proprio nulla. E non per colpa sua. La segnalazione dei 9’ di recupero – poi corretta in 5’ – porta Roberto Mancini a chiedere spiegazioni proprio al quarto uomo. Il tecnico dell’Inter però non fa in tempo a raggiungerlo che Maurizio Sarri si alza dalla sua panchina, si avvicina al tecnico interista e inizia a insultarlo. Versione raccontata dallo stesso Mancini ai microfoni di Rai Sport. «RAZZISTA» «Sarri è un razzista e uomini come lui non possono stare nel calcio — inizia —. Io mi sono alzato per chiedere al quarto uomo perché mai avesse assegnato 5 minuti di recupero. Lui si è alzato e mi ha urlato “frocio” e “finocchio” — continua Mancini —. Sarei orgoglioso se lo fossi». Tornando a quanto successo in campo, il tecnico dell’Inter è stato poi allontanato da Valeri mentre Sarri è rimasto in panchina chiudendo al suo posto il match, anche se il rosso sarebbe arrivato anche a lui. «Della partita non mi interessa niente — ha aggiunto ancora il Mancio —, una persona di 60 anni che si comporta così è una vergogna. Si può litigare, ma questa è una vergogna». LE SCUSE Mancini si è allontanato dal campo mimando il gesto del «ne parliamo dopo» e così è stato. «Sono andato a cercarlo negli spogliatoi, mi ha chiesto scusa, gli ho risposto di vergognarsi. In Inghilterra uno come lui non avrebbe mai più messo piede in campo». Il dopo-gara interista finisce qui perché Mancini non passa in conferenza stampa e si infila direttamente sul pullman per raggiungere l’aeroporto, ma prima di lasciare lo stadio è stato raggiunto e ascoltato dagli ispettori federali. Sarri, purtroppo, non è nuovo a questo sfogo, sempre sul tema dell’omosessualità. Era marzo del 2014, ai tempi dell’Empoli in Serie B, quando Mario Rui fu espulso per un colpo rifilato a Corti durante una partita contro il Varese. «Il calcio è diventato uno sport per froci. È uno sport di contatto e in Italia si fischia molto di più che in Inghilterra con interpretazioni da omosessuali». «HO SBAGLIATO» La versione di Sarri del diverbio con Mancini non si è fatta attendere. Le accuse omofobe mosse nei confronti del collega non sono state negate, ma il tecnico del Napoli ha provato a spiegare che era accecato dalla rabbia: «Riconosco di aver sbagliato, mi è sfuggito un termine errato e faccio le mie scuse agli omosessuali — ha detto l’allenatore del Napoli —. Faccio le mie scuse anche a Mancini. Quando mi sono accorto di aver detto qualcosa di troppo, dopo la partita, sono andato a spiegarmi con lui e sono convinto che a mente fredda accetterà le mie scuse e mi aspetto anche le sue. Lui mi ha risposto “sei un vecchio cazzone”. Credo che sia abbastanza razzista anche questo. Ho avuto amici omosessuali ed è la prima cosa che mi è venuta in mente da dire. Mi ero innervosito per la decisione del mancato rigore su Mertens, poi ho visto lui che si lamentava per il recupero e ho perso lucidità. Di sicuro sarebbe stato meglio se non fosse accaduta una cosa del genere ma in campo ho visto e sentito di peggio». Sarri continua con le sue scuse, visibilmente mortificato: «È stata la classica litigata che doveva restare sul terreno di gioco. È durato tutto dieci secondi, sarebbe dovuto finire lì. Posso avergli detto qualsiasi cosa, ma ribadisco che non c’è nessuna omofobia da parte mia. Era un insulto dettato dalla rabbia. Mi è scappata qualche parola di troppo perché c’è una tensione in campo che nella vita normale non c’è, lo sanno tutti. Rischio una lunga squalifica? Perché? (in realtà un’offesa razzista potrebbe portare a uno stop anche di due mesi, ndr). È un’offesa come tutte le altre, mi aspetto una squalifica nella norma. Non posso essere tacciato di omofobia, la mia storia parla per me: più di così non posso fare». Della partita non ha voluto parlare Mancini, lo ha fatto invece il tecnico del Napoli. «Secondo me abbiamo perso per colpa mia — ha commentato Sarri — al di là delle scelte iniziali. Ho cercato di gestire la gara ed è una cosa che non dovevo fare. Ho sbagliato io, ma i ragazzi hanno fatto una buona partita e non siamo stati fortunati negli episodi. Mi sono arrabbiato quando l’arbitro non solo non ha fischiato il rigore su Mertens ma addirittura lo ha ammonito per simulazione. Quella decisione ha influito in maniera determinante sull’esito della partita. Quando si è fatto male Lopez, avevo pensato di inserire El Kaddouri ma saremmo stati troppo offensivi perché già era in campo Hamsik». L’analisi dell’allenatore apre dunque alla necessità di intervenire sul mercato con l’acquisto di un centrocampista. In tal senso oggi potrebbe essere il giorno di Grassi dall’Atalanta”.