“Il Palermo che spera nel miracolo di Ballardini ha molte analogie con quello dell’ultima retrocessione in Serie B. Stesso punteggio, 28 punti a sei giornate dalla fine, al quale si aggiunge un rendimento peggiore sotto il profilo del gol realizzati e di quelli subiti. L’unico elemento positivo è la posizione in classifica: nel 2013 i rosanero erano penultimi a pari merito col Genoa, quest’anno sono terzultimi. Anche il calendario regala similitudini nefaste con le trasferte di Torino con la Juventus e di Firenze proprio come tre anni fa. La situazione si fa ancora più pesante in relazione allo scenario futuro in caso di saluto alla A. Perché Zamparini non è più lo stesso del 2013, sta pensando di lasciare, a vendere, in ogni caso, a fine anno pare intenzionato ad abbandonare la presidenza. ALL’ULTIMO MIGLIO E’ un patron all’ultimo miglio che spera ancora di chiudere da vincente per lasciare con onore dopo 14 anni, anche se per la prima volta ha incassato il voltafaccia dalla tifoseria. Un’era la sua fatta di anche di alcuni fallimenti, come dello stadio e del centro sportivo per ispirarsi sempre di più al modello Udinese, quello che gli è sempre piaciuto, ma che non è riuscito a realizzare perché in Friuli scovano talenti, li rivendono attuando il giusto ricambio che consente di restare in A. All’Udinese, poi, non c’è la girandola di allenatori e dirigenti che va in scena negli ultimi anni in rosanero. L’ULTIMA RETROCESSIONE Anche l’anno della retrocessione vennero operati quattro cambi sulla panchina rosanero per un totale di cinque allenatori, più il passaggio di consegne avvenuto due volte tra Giorgio Perinetti e Pietro Lo Monaco alla scrivania di dirigente. Perinetti tornò dopo il mercato di gennaio fatto dal suo predecessore e fu il punto di partenza per la ricostruzione e il successivo rilancio in Serie B, quello che in caso negativo appare difficile prevedere oggi, ci sarebbe una squadra da rifare da capo. GRANDE FIDUCIA «Premetto, che il Palermo per me si salverà – dice il direttore sportivo del Venezia ma anche in caso di retrocessione le possibilità di rilancio ci sono lo stesso: Zamparini venderà solo a gente seria e con ambizioni e se dovesse restare con i soldi della vendita di Vazquez e del paracadute, che è stato portato a 25 milioni, potrà fare una squadra competitiva per vincere la Serie B. Per quanto voglia vendere, non immagino un presidente remissivo, lo dimostra il fatto che le sta tentando tutte per non retrocedere». GARANZIE Tre anni fa non c’era, però, la spaccatura così evidente con la tifoseria palermitana. «Forse questo è l’aspetto che può incidere di più – continua Perinetti – perché i petardi fatti esplodere in campo per danneggiare la società rappresentano un fatto inedito per la piazza. Zamparini ha intenzioni sincere a prescindere che lasci o resti, ci sono gli elementi per ricompattarsi. Palermo può stare tranquilla perché gli investitori interessati all’estero ci sono. Tacopina mi ha detto che i suoi sondaggi, per conto del presidente, negli Usa stanno provocando degli interessi». La squadra che andò in Serie B era più forte di questa. «Nettamente, penso a Miccoli, Ilicic, Hernandez e Dybala, però era anche diverso lo spessore degli avversari, Carpi e Frosinone non sono come il Palermo. La qualità credo che alla fine farà la differenza»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.